La vicenda della quattordicenne di Ravenna che ha postato su internet una foto in cui apparivano i tagli che si era inflitta a un braccio "dimostra che Blue Whale è un fenomeno preoccupante e che è sbagliato considerarlo qualcosa di simile a un gioco. Non c'è nulla di ludico, nulla di divertente, nessuna sfida che valga la pena di essere colta". Per questo motivo, dice all'AdnKronos Geo Ceccaroli, Direttore del compartimento Polizia Postale dell'Emilia Romagna, "abbiamo deciso di non usare più l'espressione Blue Whale, troppo 'gentile' e ingannatrice, per chiamare questo fenomeno con la sigla F57, la lettera e il numero che si chiede di incidere sul dorso della mano come prima prova nel percorso verso questo girone infernale".
La Polizia è ora al lavoro per risalire al computer dal quale sarebbe partito l'ordine alla ragazzina di incidersi le braccia. "Individuare il 'tutor' ci consentirebbe di procedere per istigazione al suicidio. A fare impressione -aggiunge Ceccaroli- sono però anche coloro che, sul web, incitano i ragazzi a procedere nelle prove e li invitano a mettere in atto atti di autolesionismo".
"Le forze dell'ordine sono parte di un sistema di prevenzione che comprende anche le procure minorili, i servizi sociali, gli istituti scolastici. Ma il primo 'osservatorio' -avverte l'investigatore- sono le famiglie, che devono prestare la massima attenzione a qualunque comportamento anomalo dei loro figli adolescenti e rendersi conto in tempo degli indicatori di disagio, compresi tagli, tatuaggi, periodi di isolamento e cali di rendimento scolastici".