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"A Napoli mancano legalità e senso civico", l'analisi del Censis

13 giugno 2017 | 18.05
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(Fotogramma)
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Napoli "è la provincia italiana in cui si sequestrano i maggiori quantitativi di merce falsa" e sul suo territorio "sono rappresentate tutte le fasi della filiera" della contraffazione, dalla produzione alla vendita abusiva di merce contraffatta, anche perché è "un territorio dove il senso civico e la cultura della legalità risultano particolarmente deficitari" e "ciò induce i consumatori a rivolgersi all'industria del falso per acquistare prodotti griffati a prezzi sostenibili con l'errata percezione che produzione e vendita di merce falsa non siano un crimine, o comunque siano un reato di lieve entità". L'analisi è del Censis, che in una nota illustra i risultati della ricerca realizzata per il ministero dello Sviluppo Economico e presentata nell'ambito della 2ª Settimana nazionale anticontraffazione da Loredana Gulino, direttore generale Lotta alla contraffazione-UIBM, e Giorgio De Rita, segretario generale del Censis.

Nel 2016, rileva la nota, il 24% degli articoli contraffatti intercettati da Agenzia delle Dogane e Guardia di Finanza sul territorio nazionale, per un totale di oltre 6 milioni di pezzi, è stato scoperto nel territorio partenopeo: come dire che un articolo contraffatto ogni quattro è stato rinvenuto qui. Complessivamente, tra il 2008 e il 2016 nella provincia sono stati confiscati 68.942.099 articoli falsi, il 15,1% del totale nazionale.

Tra le categorie merceologiche più presenti nei sequestri dell'ultimo anno figurano gli occhiali, gli accessori e l'abbigliamento. Ma ci sono anche circa 900.000 strumenti da ferramenta, oltre 500.000 tra stampe, litografie e incisioni, oltre 20.000 pezzi di ricambio per auto. E soprattutto etichette, contenitori, marchi, buste, kit per l'assemblaggio e il confezionamento di merce che arriva neutra sul territorio e poi viene falsificata sul posto.

L'impresa locale del falso si basa sulla equilibrata coesistenza di soggetti appartenenti a etnie diverse ed è in grado di sostenere elevati ritmi di produzione e di coprire diverse gamme di prodotti: da quelli finemente rifiniti realizzati da artigiani locali a merce di bassa qualità in arrivo dall'Estremo Oriente e assemblata da lavoratori stranieri. La Cina è il Paese di provenienza del 57,7% dei prodotti sequestrati alle Dogane nel 2016.

Sul territorio della città e nella provincia la produzione in appartamenti, sottoscala, magazzini prosegue senza sosta, nonostante le attività di contrasto delle Forze di polizia e della Polizia locale. Nel 2016 i reparti provinciali della Guardia di Finanza hanno sequestrato complessivamente oltre 11 milioni di beni di consumo, oltre 4 milioni di accessori e abbigliamento, più di 3 milioni di prodotti elettronici e oltre 1 milione di giocattoli contraffatti o non norma. La Polizia locale di Napoli ha effettuato 2.632 controlli antiabusivismo e elevato 495 verbali. Nella sola zona della Duchesca nel 2016 sono stati posti sotto sequestro 40 locali tra magazzini e depositi.

Ma Napoli, osserva il Censis, "non è solo produzione: sul territorio sono rappresentate tutte le fasi della filiera del falso, fino a quella della vendita abusiva di merce contraffatta. Il commercio abusivo è un fenomeno molto diffuso nella città, dove la vendita avviene principalmente su strada ad opera di cittadini extracomunitari, principalmente senegalesi e nigeriani entrati irregolarmente nel nostro Paese".

"Napoli - sottolinea il Censis - è anche un territorio dove il senso civico e la cultura della legalità risultano particolarmente deficitari. Ciò induce i consumatori a rivolgersi all'industria del falso per acquistare prodotti griffati a prezzi sostenibili con l'errata percezione che produzione e vendita di merce falsa non siano un crimine, o comunque siano un reato di lieve entità. La camorra non è stata a guardare: di fronte a un business poco rischioso ma assai redditizio si è infiltrata in tutti i livelli della catena produttiva, inserendosi a monte della filiera, con l'acquisto e la gestione tramite prestanome degli opifici del falso, e a valle, interessandosi direttamente della distribuzione dei prodotti falsi attraverso l'imposizione ai commercianti dei prodotti da acquistare o chiedendo il pizzo per le postazioni di vendita".

Per arginare il mercato del falso, è la conclusione del Centro studi, "la sola azione di repressione e di contrasto non è sufficiente. Occorre anche spingere sul pedale della sensibilizzazione e dell'informazione dei cittadini-consumatori, al fine di disincentivare l'acquisto e togliere ossigeno al commercio della merce contraffatta".

DE MAGISTRIS - "Non è affatto vero che a Napoli il senso civico sia inferiore rispetto ad altre città". Questo il commento del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a quanto contenuto nell'analisi del Censis sulla contraffazione. "Non è solo l'opinione di un napoletano e del sindaco - ha sottolineato de Magistris - basta vedere che Napoli, da quando noi amministriamo, ha il maggior numero di luoghi affidati e adottati esclusivamente per senso civico dei napoletani, oltre 400, e basta vedere il livello di partecipazione popolare, di antimafia sociale nei fatti, di schieramento delle forze in campo. Detto questo a Napoli c'è contraffazione, c'è criminalità e anche tanta. C'è un tema di repressione, come in tutte le grandi citta del mondo, né più né meno, e c'è un tema di prevenzione".

A Napoli, ha ricordato de Magistris, "in questi anni abbiamo fatto uscire migliaia di persone dal circuito di illegittimità e di abusività, nel quale si trovavano semplicemente perché facevano attività creativa, di artigianato partenopeo, a volte anche di autoimprendiotorialità, ma non avevano le autorizzazioni che noi abbiamo dato in cambio del rispetto del decoro, di alcune regole. E' la riemersione dal nero in attività legali. Altre cose sono le attività criminali, che non possono essere tollerate e non si deve mai sottovalutare che dietro alcune attività di contraffazione e aubisivismo c'è la criminalità organizzata".

De Magistris ha poi evidenziato l'impegno "delle forze di polizia e soprattutto della Polizia Municipale" che hanno fatto sì che "diverse aree della città non siano più invase da attività abusive. Oggi mi sento di dire che bisogna fare molto di più sul traffico di rifiuti in alcune ore della giornata, per il quale ho chiesto un impegno più forte delle forze di polizia. Ma il senso civico è alto, l'amministrazione è molto schierata, in modo chiaro e non solo sulla repressione ma anche nell'ottica della prevenzione, e ci auguriamo che anche altre articolazioni dello Stato diano il loro contributo".

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