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Fertile con una pomata, nuova denuncia per Mamma Ebe

20 giugno 2017 | 16.12
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Mamma Ebe nel 1993 (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Mamma Ebe nel 1993 (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Nuova denuncia per esercizio abusivo della professione medica contro l'84enne nota come Mamma Ebe, vero nome Gigliola Giorgini, già condannata a sei anni di reclusione. Avrebbe propinato una cura a una 37enne italiana con problemi di fertilità, costretta dal marito, professionista di 35 anni, ad abbandonare la fecondazione assistita e le cure tradizionali per sottoporsi a diversi trattamenti mediante l'applicazione sul ventre di una pomata che, secondo la santona, doveva avere un effetto miracoloso.

La denuncia è partita dopo un'indagine avviata mesi fa dalla polizia di Forlì Cesena al termine della quale Mamma Ebe è stata denunciata per il reato di esercizio abusivo della professione e l'ex marito della donna per il reato di maltrattamenti.

Mamma Ebe era tornata libera dopo che, l'anno scorso, la Cassazione aveva confermato, rendendola definitiva, la condanna a sei anni di reclusione inflitta nel dicembre 2013 dalla corte d'Appello fiorentina. Associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica le accuse nei suoi confronti, in riferimento all'attività di cure e massaggi che aveva svolto dal 2005 al 2010 a Villa Gigliola, sulle pendici del Montalbano. Il luogo era raggiunto in continuazione da malati, raggirati dai suoi falsi poteri taumaturgici. L'attività era stata interrotta nel 2010 dagli arresti eseguiti dai carabinieri di Quarrata.

Il trattamento alla 37enne cominciò con l'imposizione delle mani sul ventre, seguita poi dall'applicazione di una pomata arancione. Le indagini della polizia, che hanno portato alla nuova denuncia per la santona, hanno accertato che la pomata applicata era un farmaco indicato nei casi di distorsioni e lombaggini per alleviare dolori e, se somministrata per usi non consentiti e in sovradosaggio, poteva comportare gravi rischi e anche disturbi neurologici, come convulsioni, in neonati e bambini. Il trattamento ha provocato alla donna una perdurante forma di irritazione cutanea e delle lesioni sul basso ventre dove veniva spalmato l'unguento.

I trattamenti avrebbero dovuto essere solo cinque, per sfiammare le tube, sosteneva Mamma Ebe. La donna, costretta dal marito - convinto dalla santona che la fecondazione assistita avrebbe fatto nascere bambini con problemi mentali -, in un primo momento, per salvare il matrimonio, ha rinunciato alle cure mediche e alle pratiche di adozione poi, però, si sarebbe decisa a lasciare il coniuge nel 2016, dopo aver capito che i trattamenti sarebbero continuati e che la vita della coppia veniva ormai indirizzata da Mamma Ebe. Il marito era arrivato anche a minacciare la donna di farle perdere il lavoro, se non avesse proseguito le cure. Mamma Ebe attualmente si trovava nella sua casa di San Ermete di Sant'Arcangelo agli arresti domiciliari.

La 'carriera' dell'anziana, soprannominata la 'santona di Carpineta', in passato fondatrice dell''Ordine di Gesù Misericordioso', mai riconosciuto, risale agli anni '80: un 'attività, nonostante le varie condanne, continuata fino a oggi, con incontri su appuntamento. La vittima 37enne ha raccontato, infatti, che gli adepti di Mamma Ebe erano numerosi, così come accertato dalla stessa polizia nel corso di un controllo domiciliare. La santona continuava dunque a svolgere la propria 'attività', nonostante fosse ai domiciliari dal dicembre 2014, e pur essendo stata condannata in via definitiva a 4 anni di reclusione per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'esercizio abusivo della professione medica.

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