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Paolo Villaggio, a Roma l'ultimo saluto

05 luglio 2017 | 09.21
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(AdnKronos)
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Dopo l'omaggio in Campidoglio, dove è stata allestita la camera ardente, Paolo Villaggio è stato salutato con la commemorazione presso il Teatro all'aperto Ettore Scola della Casa del Cinema, dove si sono raccolti amici e parenti. (FOTO)

La cerimonia laica si è aperta con la canzone 'Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers', che Villaggio aveva scritto per Fabrizio De Andrè. Poi tra gli alberi di Villa Borghese hanno risuonato le parole dello stesso Villaggio pronunciate in un'intervista su Fantozzi ("non è un personaggio comico, è un personaggio tragico"): "Gli italiani non hanno intuito una cosa fondamentale: è stato un terapeuta perché ha fatto capire che tutti quelli che subivano la cultura consumistica facevano quella vita lì". Alla fine dagli altoparlanti è partito "Il fannullone", un altro pezzo scritto a quattro mani con De Andrè.

Oltre ai famigliari, guidati dalla moglie di Villaggio, Maura, la figlia Elisabetta e il figlio Pierfrancesco, tanti personaggi e amici del mondo del cinema, della cultura, della politica: la vedova di De Andrè, Dori Ghezzi, Walter Veltroni, Luca Cordero di Montezemolo, Ricky Tognazzi, Carlo Vanzina, Renzo Arbore, Roberto D'Agostino, Tony Renis, Enrico Lucherini, Paolo Cirino Pomicino, Laura Delli Colli, Lina Wertmuller, Carlo Freccero, Lidia Racers, solo per citarne alcuni.

La cerimonia vera è propria è stata introdotta dal direttore della Casa del Cinema, Giorgio Gosetti che, dopo aver lanciato un altro brano musicale, la celebre e commovente "Canzone dell'amore perduto" di De Andrè, a cui Villaggio era molto legato, ha chiamato sul palco i figli Pierfrancesco ("negli ultimi tempi lo accompagnavo come agente, figlio e badante e ogni volta tornavo a casa pensando 'basta', ma oggi darei qualsiasi cosa per passare ancora del tempo con lui") ed Elisabetta, che ha ringraziato commossa per il grande affetto mostrato non solo dai colleghi ma da tanti italiani.

La prima a salire sul palco per un ricordo di Villaggio, Milena Vukotic, indimenticabile moglie di Fantozzi che, con un filo di voce a trattenere la commozione, ha detto di voler dedicare a Villaggio il premio alla carriera ricevuto stamattina proprio alla Casa del Cinema: "Se le persone che incontro per strada sono così carine con me questo lo devo a Paolo e lo abbraccio, non so se ci sente ma lo abbraccio", ha aggiunto l'attrice.

Ricky Tognazzi, sapendo che si sarebbe commosso, ha letto una lettera scritta a Villaggio, in cui rievoca tra l'altro il funerale del padre Ugo e l'intervento geniale di Villaggio in chiesa. "Tu e papà eravate grandi amici, ma eri tu a tenere insieme questa armata Brancaleone delle 'ultime cene'. Con i voti ai piatti di Ugo che avevi inventato tu: ottimo, buono, cagata, grande cagata e grandissima cagata. Una volta si misero d'accordo per dare pessimi voti ad una ribollita e papà se ne andò a letto senza salutare, incazzato nero", ha raccontato Tognazzi tra gli applausi della folla.

"Credo che tu sia la persona che mi abbia fatto più ridere e riflettere. E mi piace pensare che Ugo Fantozzi tu lo abbia chiamato così per papà, anche se so che non è vero, così come mi piace ora pensarvi tutti insieme", ha aggiunto Tognazzi. Anche l'assessore alla Cultura del Comune di Roma, Luca Bergamo, è salito brevemente sul palco "contento del grande tributo di Roma a Villaggio". Commosso pure il ricordo del produttore storico di Villaggio, Bruno Altissimi: "L'ho conosciuto nel '76 e da allora abbiamo fatto 17 progetti. Gli devo molto".

Oratore funebre per tenere fede ad una promessa, invece, Walter Veltroni: "Devo onorare la promessa fatta a Paolo che avrei parlato al suo funerale. Credo che oggi sarebbe stupito nel vedere l'enorme dolore e affetto che gli italiani stanno provando per lui". Veltroni ha sottolineato come siano "pochi i personaggi che abbiano resistito così tanto nel tempo. Villaggio - ha detto - appartiene a quella sparuta categoria di inventori di universi fantastici di cui fanno parte pochissimi, come Totò o Chaplin. Ma Villaggio è stato anche un rivoluzionario del linguaggio".

Carlo Vanzina ha raccontato alcuni aneddoti, compreso di quando decisero di girare un film a Tokyo ("davvero una cagata pazzesca", ammette il regista) "solo per andare a mangiare sushi e carne di kobe in Giappone". Neri Parenti chiamato sul palco non ha trattenuto le lacrime: "Mi ero tenuto in disparte perché sapevo che avrei pianto. È stato un grande e anche molto pungente, a tratti persino cattivo. I suoi produttori li aveva ribattezzati Rubà e Accantonà....", ha detto sorridendo il regista. "Con lui ho passato venti anni meravigliosi che non scorderò mai", ha concluso senza riuscire a trattenere le lacrime.

Mario Sesti ha parlato del suo progetto del doc 'La voce di Fantozzi' ed ha invitato la folla intervenuta al funerale a fare un test: "Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non abbia imitato la voce di Fantozzi", ha chiesto. Contando solo 4-5 mani nell'intera platea.

Il critico cinematografico Fabio Ferzetti ha concluso gli interventi ricordando di quando la Mostra del Cinema di Venezia, diretta allora da Gillo Pontecorvo, ebbe il coraggio di dare il Leone d'Oro alla carriera a Paolo Villaggio, primo attore 'comico' a ricevere questo riconoscimento. "E d'altronde quando facemmo un sondaggio tra gli studenti, il film che avevano visto tutti e che avrebbero rivisto era proprio Fantozzi", ha aggiunto.

CAMPIDOGLIO - In mattinata, molti i colleghi, i politici e i cittadini che in Campidoglio hanno voluto rendere omaggio all'attore genovese ma romano d'adozione.

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"Un grande intellettuale. Naturalmente tutti noi lo ricordiamo per le grandi interpretazioni di Fantozzi ma in realtà Villaggio è stato molte cose e si può definire veramente un grande intellettuale. Ci sono personaggi comici che ci fanno ridere e ci sono quelli che entrano nelle nostre vite individuali e collettive. Villaggio è entrato in modo ironico e intelligente nelle nostre vite e sta entrando anche nelle vite delle nuove generazioni. Questo segna la grandezza del personaggio". Così il ministro della Cultura Dario Franceschini, arrivando alla camera ardente. "La maschera di Fantozzi è sempre attuale, basta rivedere un film e si capisce che è attualissima", ha proseguito il ministro, che, alla domanda su quale sia il suo film di Villaggio preferito, ha risposto "il primo Fantozzi".

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Anche Beppe Grillo e Davide Casaleggio si sono recati in Campidoglio per rendere il proprio omaggio a Villaggio. I leader del Movimento 5 Stelle sono arrivati alla camera ardente e, dopo aver salutato il figlio dell'attore scomparso a Roma lunedì, Pierfrancesco, sono usciti senza rilasciare dichiarazioni.

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