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Istigava al martirio, bloccato a Bari foreign fighter ceceno

08 luglio 2017 | 07.48
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Istigava al martirio, bloccato a Bari foreign fighter ceceno

Avrebbe avuto contatti con esponenti jihadisti in Belgio il cittadino ceceno di 38 anni fermato e poi arrestato dalla Polizia di Stato a Foggia con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a commettere delitti, nell'ambito di un'indagine condotta dalla Procura distrettuale di Bari e dalla Digos del capoluogo pugliese per la prevenzione e contrasto del fenomeno dei ‘foreign fighters’ ceceni dell’Isis, in transito in Italia e in collegamento con terroristi in Siria e in altri stati dell’Unione Europea, oltre che con filiere jihadiste caucasiche.

E’ quanto emerso durante la conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Bari. Alle fasi esecutive dell’operazione hanno partecipato anche gli uomini della Digos di Napoli, Foggia e Potenza, sotto il coordinamento dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Il gip del Tribunale di Foggia, dopo aver convalidato il fermo, ha applicato nei confronti dell'uomo la misura della custodia cautelare in carcere.

Dall’attività investigativa è emerso il verosimile coinvolgimento del ceceno nell’assalto, avvenuto a Grozny (Cecenia) nella notte tra il 3 e il 4 dicembre 2014, alla 'Casa della Stampa', sede delle principali emittenti locali, e a una scuola, da parte di un commando composto da jihadisti aderenti alla formazione terroristica 'Emirato del Caucaso', dove persero la vita 19 persone. Inoltre, è emersa la militanza dell’indagato in gruppi combattenti in Siria nelle fila dell’Isis tra il 2014 e il 2015.

ESPULSI FRATELLI ALBANESI E DONNA RUSSA - Nell'ambito dell'indagine, sono stati espulsi per motivi di sicurezza nazionale due fratelli albanesi, di 26 e 23 anni, e una donna russa, di 49 anni. I due fratelli vivevano a Potenza, la donna a Napoli.

I soggetti espulsi sono stati tutti destinatari dell’attività di indottrinamento del ceceno fermato e, nel caso della donna, di vera e propria istigazione al martirio mediante il compimento di attacchi suicidi con esplosivo. Alle fasi esecutive dell’operazione hanno partecipato anche gli uomini della Digos di Napoli, Foggia e Potenza, sotto il coordinamento dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

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