Insulti come se piovessero, saluti romani virtuali, qualche battuta razzista e tanti commenti indignati. La pagina Facebook della ormai tristemente famosa 'Playa Punta Canna' di Chioggia - la spiaggia fascista al centro delle cronache e della bufera - nelle ultime 48 ore è diventata un vero e proprio campo di battaglia fra quanti difendono la discussa idea del proprietario dello stabilimento e chi si appella al reato di apologia del fascismo chiedendone a gran voce la chiusura. E nel calderone delle liti social finiscono anche partigiani e Anpi, gay, ambulanti, stampa e tv, rei di disturbare da qualche giorno la pace dei bagnanti.
Tutto avviene nelle recensioni allo stabilimento, unica parte ancora visitabile della pagina dove è possibile commentare. A recensire sono soprattutto gli affezionati della 'Playa', impegnati nella difesa del gestore e quasi tutti sorpresi dall'esistenza di leggi specifiche contro chi inneggia al regime fascista: "Solo gente seria pulita ed educata - scrive ad esempio Sara -, ce ne vorrebbero di più di spiagge così, non ci trovo nulla di male per qualche foto di Mussolini e frasi che portano al rispetto, solo le menti perverse ci vedono quello che non c'è [...] chiudete l'Anpi, che prende soldi dallo stato per i pannoloni e le dentiere dei partigiani che non esistono più e che nulla erano, se non assassini". "Sei da voltastomaco - risponde Salvo -, purtroppo l'Italia doveva chiudere il conto con la feccia fascista,non averlo fatto ha conseguenze agghiaccianti". A correre in difesa di Sara arriva Claudio - "Doveva essere chiuso molto prima il conto: coi parassiti, i traditori, i vigliacchi e le zecche rosse: questo è stato il grande errore del fascismo! - che rilancia: "E intanto stanno rifacendo un nuova legge liberticida per impedire la memoria di come eravamo! Ora solo froci e lesbiche, drogati e corrotti, sporcizia e disordine! Ma quando ci svegliamo?", chiede, senza che nessuno gli risponda.
Ma le discussioni sotto ai post non si limitano ai colpi bassi fra nostalgici del ventennio e antifascisti. Ad andarci di mezzo sono anche meridionali, migranti ed ebrei, tirati in ballo con battute totalmente fuori luogo riferite a pagine dolorose della storia del Novecento, come i campi di concentramento. Lo spunto? Il cartello 'camera a gas' affisso dal gestore della concessione su alcune cabine.
Ad alleggerire il clima di scontro - che sembra non volersi placare, con decine e decine di post al vetriolo ogni ora sulla pagina - ci pensano tuttavia alcuni utenti, che al posto del veleno dosano sapientemente l'ironia per commentare e ridere sopra una vicenda paradossale. E' il caso, ad esempio, di Eugenio: "Non fanno Mojto, Cuba libre e non hanno vodka di nessun tipo. Ho provato - scherza - ad ordinare frutti Rossi, ma niente fragole, ribes o ciliege. Banane solo se di origine Libica o Eritrea... Solo banane dell'impero. Mi hanno detto che è per una questione politika. Bah! Pace e bene".