"Non è omicidio stradale, questione che si porta dietro ben altre sfumature possibili. E' omicidio volontario. Diamo il giusto nome alle cose. E a questa testa di ca.. altro che braccialetto al polso e domiciliari. Manette al polso, solo quelle". Così Selvaggia Lucarelli commenta in un lungo post pubblicato su Facebook quanto accaduto ieri in Val Susa, dove un automobilista ha travolto una moto con a bordo due giovani di Moncalieri, uccidendo la ragazza che sedeva dietro e ferendo gravemente il ragazzo alla guida.
"Io non sono per niente stupita. Per niente - scrive la blogger - non leggo la cronaca su questa tragedia con gli occhi sgranati come fosse un episodio incredibile, che non mi riguarda, che non ci riguarda. Io, come molti e soprattutto come molte, mi sono imbattuta troppo spesso in quella rabbia cieca, in quella furia verbale, che si trasforma in altro (...) Mi è capitato troppe volte per stupirmi. E' capitato alle mie amiche, perfino in motorino. E' capitato a mie lettrici che ogni tanto mi scrivono e mi raccontano episodi così".
"Io ogni tanto ci litigo con questa gente - prosegue Lucarelli - Abbasso il finestrino e chiedo 'Che problemi hai?'. Ma sbaglio. Perché si infuriano ancora di più. Perché non sei tu il problema. Tu sei il loro sfiatatoio, in quel momento. Perché sono sonore teste di ca... e non c'è nulla da fare. C'è solo da sperare di non capitare all'incrocio sbagliato, come Elisa e Matteo. Ma è un incrocio che non è così distante dall'isolato di casa nostra, e noi lo sappiamo. Soprattutto noi donne, che siamo il bersaglio più facile, che siamo quelle che è una vita che ci dicono 'non sapete guidare' e forse alla fine ci crediamo un po' pure noi. Che siamo quelle che non scenderanno mai dalla macchina per fare a botte".
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