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Finita la fuga di Johnny Lo Zingaro

25 luglio 2017 | 20.30
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Finita la fuga di Johnny Lo Zingaro

E' stato catturato dalla polizia il latitante Giuseppe Mastini, noto come 'Johnny Lo Zingaro', l'ergastolano evaso il 30 giugno scorso dal carcere di Fossano (Cuneo). A darne notizia la Polizia di Stato in un tweet.

A catturare Mastini agenti del Servizio Centrale Operativo e delle squadre Mobili di Cuneo, Lucca e Siena, insieme al Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, che hanno fatto irruzione nell'appartamento di Taverne d’Arbia, in provincia di Siena, dove 'Johnny lo Zingaro' si nascondeva (VIDEO).

A tradirlo è stato l'amore per una donna. Al momento dell'irruzione della polizia l'uomo era con Giovanna Truzzi, 58 anni, a sua volta evasa dagli arresti domiciliari che scontava a Pietrasanta, in provincia di Lucca. La polizia ha seguito le sue tracce sin dall'inizio della sua rocambolesca fuga in taxi a Genova.

Al lavoro per localizzare e trarre in arresto Giuseppe Mastini anche gli investigatori della polizia scientifica della Direzione Centrale Anticrimine che hanno fornito tecnologie e telecamere per seguire elettronicamente le tracce dei due fuggitivi. Determinante il fotogramma catturato da una telecamera puntata sull'appartamento dove si nascondeva l'uomo.

Gli agenti della Direzione Centrale Anticrimine hanno messo in campo le più sofisticate tecnologie: l’uomo è stato infatti individuato a Pietrasanta, da dove poi si è allontanato insieme alla compagna. Gli investigatori della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria hanno ricostruito tutti gli spostamenti della coppia, localizzando infine i due a Taverne d’Arbia, nel senese, dove avevano trovato ospitalità da alcuni parenti della donna.

Per fare irruzione nell'appartamento gli agenti hanno fatto ricorso a uno stratagemma: si sono sostituiti ai corrieri che dovevano consegnare il nuovo materasso acquistato proprio per 'Johnny' e la compagna. Una volta all’interno, i poliziotti hanno segnalato la presenza dell’uomo facendo scattare immediatamente dopo l’irruzione, coordinata dal Servizio Centrale Operativo.

IL LEGALE - "Al momento non mi ha ancora contattato. Dalle prime cose che ho letto però mi sembra si possa parlare di una 'fuga d'amore', che non è indice di particolare pericolosità e si colloca nell'ambito di un gesto spiegabile in un contesto affettivo. Dopo 25 giorni in cui si è detto che era scappato all'estero e si era parlato di estrema pericolosità, non mi pare che questa sia emersa" ha detto all'Adnkronos l'avvocato Enrico Ugolini, legale di Giuseppe Mastini.

Nei suoi confronti i legali prima della fuga stavano valutando una richiesta di grazia, legata al percorso carcerario svolto e alla riabilitazione affrontata. "Resta in piedi l'ipotesi di richiederla - aggiunge ora l'avvocato - vedremo intanto se Mastini deciderà di confermare il mio mandato. Al momento quanto accaduto non mi sembra qualcosa di eccessivamente preclusivo né un contesto di estrema pericolosità. Mi auguro che ci sia la possibilità di valutare la situazione e di valorizzare alcuni dati emersi dallo studio delle carte processuali".

"Parlo in particolare - conclude il legale - della sentenza di condanna del '77, del Tribunale dei minori, emessa anche se vi era stata una perizia psichiatrica che aveva dichiarato Mastini incapace di intendere e volere. E poi della vicenda per cui è stato condannato all'ergastolo, mentre in primo grado era stato assolto: era un dato importante, la decisione era stata ribaltata in Corte d'Assise d'Appello a Roma. La riforma Orlando ad esempio prevede che se si vuole procedere a giudizio di fronte a un'assoluzione si debba riavere contatto diretto con la fonte di prova non limitandosi a rileggere il verbale".

MINNITI - Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha telefonato al capo della Polizia, Franco Gabrielli, per congratularsi dell’operazione. “Voglio ringraziare la Polizia di Stato e la polizia Penitenziaria - ha sottolineato il ministro Minniti - che, con alta professionalità e con un’articolata attività l’indagine sono riusciti ad assicurare alla giustizia un pericoloso latitante”.

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