L'organizazione non governativa tedesca Sea-eye, apprende l'AdnKronos, ha inviato un messaggio al ministero dell'Interno italiano con cui si impegna a firmare il codice di condotta per le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, così come ha fatto la spagnola Proactiva open arms. Il documento è stato già siglato da Save the Children e Moas (Migrant offshore aid station). Sale così a quattro il numero delle Ong che accettano di entrare nel "sistema istituzionale finalizzato al soccorso in mare, all’accoglienza e alla lotta al traffico degli esseri umani", così come definito dal Viminale.
Nave Ong bloccata, "contatti con trafficanti"
La responsabile dell'organizzazione di Sea-eye, Ursul Putz, spiega che, anche alla luce dell'episodio che ha coinvolto la Jugend Rettet, "è evidente che non abbiamo scelta, se vogliamo continuare a operare dobbiamo necessariamente siglare il codice. Anche se per noi rimane un problema l'impegno richiesto di comunicare al centro per il coordinamento marittimo competente l'idoneità tecnica relativa all'imbarcazione e all'equipaggiamento".
Intanto annuncia ricorso l'avvocato Leonardo Marino, uno dei difensori della Ong tedesca Jugend Rettet, la cui imbarcazione è stata posta ieri sotto sequestro dalla procura di Trapani nell'ambito di un'indagine per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. "Faremo ricorso contro il sequestro preventivo della nave Iuventa" ha detto il legale.Oltre all'imbarcazione, sono stati sequestrati anche alcuni documenti e materiale che si trovava a bordo della nave impegnata nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo. "Abbiamo ricevuto la copia degli atti - spiega Marino all'Adnkronos - nei prossimi giorni presenteremo il ricorso". Per quanto riguarda l'equipaggio della Iuventa, al momento si trovano tutti a Lampedusa. "Ad oggi non c'è nessun indagato, quindi sono liberi cittadini", conclude l'avvocato.
