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Milano, rapisce modella: "Pagate o la metto all'asta sul web"

05 agosto 2017 | 08.09
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

E' finito in carcere l'uomo di origine polacca ma residente in Gran Bretagna, fermato lo scorso 18 luglio dagli uomini della Squadra Mobile di Milano, insieme al personale dello Sco e della Polizia Postale della Lombardia - coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal sostituto Paolo Storari - ritenuto responsabile del sequestro, a scopo estorsivo, di una modella britannica di 20 anni avvenuto lo scorso 10 luglio.

La ragazza era arrivata a Milano proprio quel giorno, per un servizio fotografico che si sarebbe dovuto scattare l'indomani. A organizzarlo, un sedicente fotografo. L'11 luglio la modella raggiunge via Bianconi, al civico 7, l'indirizzo dello studio fotografico preso appositamente in affitto. Ma appena vi fa ingresso, viene aggredita da due persone, immobilizzata, narcotizzata e condotta, nel bagagliaio di un'auto, rinchiusa in un borsone nero, nel comune di Lemie (Torino), frazione di Borgial, in una baita (FOTO).

Qui viene tenuta sequestrata sino alla mattina del 17 luglio scorso quando è il suo stesso carceriere, che ha gestito da solo il periodo di prigionia, a liberarla e accompagnarla al Consolato britannico di Milano.

Durante il sequestro l'uomo, utilizzando account criptati, ha richiesto all’agente della modella un riscatto pari a 300.000 bitcoin per evitare la 'messa all’asta on line' della ragazza, riconducendo l'operazione al 'black death group', organizzazione che nel Deep Web gestisce diversi traffici illeciti. L'azione era stata pianificata da tempo: a maggio 2017 il rapitore acquista un documento di identità falso intestato a un alias. Poi compra su internet un passamontagna nero e un dispositivo Token per i Bitcoin. L'auto del sequestro viene comprata in Polonia a luglio.

Le indagini, svolte sin dall’inizio con la collaborazione tecnica del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica per la Lombardia, proseguono anche in Polonia e Gran Bretagna, con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e il coordinamento fra le rispettive Autorità Giudiziarie, per individuare i complici del sequestro. Gli investigatori vogliono anche verificare l'eventuale riconducibilità al sedicente 'black death group'.

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