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Rimini, il branco nega gli stupri

04 settembre 2017 | 10.35
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

E' stato interrogato fino a tarda sera Guerlin Butungu, il 20enne accusato degli stupri di Rimini ma ha negato qualsiasi addebito. A incastrarlo, però, oltre alle testimonianze delle vittime, le immagini delle telecamere di sorveglianza, i movimenti registrati dal telefono e il racconto dei suoi complici, in particolare dei due fratelli marocchini di 15 e 16 anni che sabato pomeriggio si sono presentati nella caserma dei carabinieri di Montecchio di Pesaro per costituirsi. Oggi per il giovane congolese dovrebbe scattare la convalida dell'arresto.

Il terzo componente del branco è un nigeriano di 17 anni, bloccato dalla squadra Mobile di Rimini. I quattro, la notte tra il 25 e 26 agosto, a Miramare (Rimini) hanno picchiato selvaggiamente un turista polacco, stuprato la compagna di 26 anni e, un'ora più tardi, violentato e picchiato una transessuale peruviana lungo la statale adriatica. Ieri, il congolese è stato sentito dalla procura romagnola che ha riconvocato in questura la transessuale per il riconoscimento ufficiale.

I tre minorenni, invece, sono già stati trasferiti nel carcere minorile del Pratello di Bologna e hanno negato di aver partecipato alle violenze sessuali, mentre ammetterebbero le percosse. I due fratelli di 15 e 16 anni sono immigrati di seconda generazione, nati in Italia da genitori marocchini, e avevano precedenti con la giustizia per furti e minacce. Il procuratore per i minorenni di Bologna, Silvia Marzocchi, nel decreto di fermo nei confronti dei minorenni parla di "turpi, brutali e ripetuti atti di violenza".

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