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Test ingresso Medicina, l'uscita dei ragazzi

05 settembre 2017 | 12.07
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Test ingresso Medicina, l'uscita dei ragazzi

I buchi neri e i Patti Lateranensi tra i 60 quiz affrontati oggi dagli aspiranti medici che hanno affrontato il test per l'accesso alle Facoltà di Medicina e Chirurgia. Il sogno del camice bianco non ha fermato i tanti neodiplomati arrivati anche da fuori Roma per sostenere la prova all'Università Sapienza di Roma. Adnkronos Live ha seguito in diretta l'uscita dei ragazzi dall'aula dove hanno sostenuto il test.

67mila gli aspiranti medici che questa mattina hanno affrontato il test in tutta italia. In palio poco più di 9300 posti.

IL RETTORE - "Ritengo da sempre che in Medicina il numero programmato sia una scelta obbligata". A dichiararlo è il rettore dell'Università La Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio, in occasione delle prove di accesso programmato ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia. Ai test sono iscritti in totale 66.907 studenti, che si contenderanno i 9.100 posti disponibili.

"Formare un medico oggi - prosegue - vuol dire anche dargli la possibilità di andare in corsia, di studiare sul paziente e di andare in laboratori scientifici aggiornati in cui formarsi. Questo ovviamente non è possibile per un numero infinito di persone. Il diritto allo studio non è solamente possibilità di iscriversi, ma è diritto anche a frequentare".

"Oggi il numero programmato deriva dalle possibilità che hanno le Università di accogliere e di formare seriamente gli studenti di Medicina - sottolinea Gaudio -. Io ho studiato quando il numero era aperto, e la gran parte dei miei colleghi non seguiva le lezioni, non poteva entrare in corsia. Non credo che questo sia un buon metodo per formare i medici del futuro. Nessuno di noi vorrebbe essere visitato da un medico che si è laureato senza essere andato in corsia e aver frequentato le lezioni​".

E dal punto di vista delle esigenze del sistema sanitario? "Il numero programmato deriva da un confronto tra i ministeri dell'Università, che ha i numeri della disponibilità dei vari atenei, e della Salute, che ha i numeri forniti dalle Regioni in base al fabbisogno del sistema sanitario. Quindi - osserva il rettore - il numero programmato deriva mettendo insieme e confrontando la disponibilità formativa dell'Università con le esigenze del Ssn. A mio avviso è un numero sufficiente".

Infine, Gaudio si auspica tempi brevi per il decreto sulle Scuole di specializzazione: "Si sta ritardando molto. I nostri laureati hanno il diritto di poter accedere alle Scuole di specializzazione e di non perdere un anno. Mi auguro che al più presto possa essere emanato il bando, che le scuole vengano accreditate e si faccia un passo avanti anche nella qualità della formazione specialistica", conclude.

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