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I Trulli di Alberobello, tesori Unesco nel cuore della Puglia

07 settembre 2017 | 13.17
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Dettaglio - Trullo (Credit: (A.Cambone, R.Isotti - Homo ambiens/Touring Club Italiano)
Dettaglio - Trullo (Credit: (A.Cambone, R.Isotti - Homo ambiens/Touring Club Italiano)

"È difficile raccontare la purezza del cielo, in quella domenica sera, ad Alberobello: un cielo inesistente, puro connettivo di luce sulle prospettive fantastiche del paese. Di un trullo isolato si potrebbe parlare solo con i termini della cristallografia. Tutti i corpi solidi vi sono fusi mostruosamente per dar forma a un corpo nuovo, delicato, leggero". Così scriveva Pier Paolo Pasolini di Alberobello in un articolo del 1951.

"I tetti a punta, di un nero cilestrino, si staccano improvvisi da questa base contorta e armoniosa, per riempire il cielo di magiche punte. Non c'è traccia di miseria o di sporcizia - scriveva Pasolini - I trulli più poveri, allineati per i vicoli scoscesi, da paese montano, vaporosi e candidi, sono pieni di nitore, anche negli interni, dietro i vani neri delle porte ricoperte da tende penzolanti come reti".

Le parole del poeta descrivono le tipiche abitazioni in pietra calcarea nel sud della Puglia che nel 1996 sono diventate patrimonio dell'umanità. "I Trulli di Alberobello testimoniano l’antica tecnica della muratura a secco, che ha una storia millenaria nel bacino del Mediterraneo" si legge nei criteri di iscrizione previsti dalla Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale. Inoltre, "sono un esempio straordinario di architettura popolare che sopravvive nel contesto del Paesaggio Storico Urbano" e "di insediamento umano che ha notevolmente mantenuto la sua forma originale". Il sito Unesco è promosso dal progetto di Autostrade per l'Italia ' Sei in un Paese meraviglioso' nell'area di servizio Le Fonti Ovest (FOTO).

I Trulli testimoniano l'edilizia in pietra a secco a lastre, una tecnica risalente all’epoca preistorica e tuttora utilizzata. Sebbene i trulli rurali siano diffusi in tutta la Valle d’Itria, la massima concentrazione di esemplari meglio conservati di questa forma architettonica si trova nella cittadina di Alberobello, con più di 1500 strutture nei rioni di Monti e Aia Piccola.

Queste tradizionali costruzioni in pietra a secco hanno tetto conico composto da lastre incastonate a secco. I muri imbiancati sono edificati direttamente sulle fondamenta in pietra calcarea e realizzati con la tecnica della muratura a secco, senza malta o cemento. I tetti delle costruzioni recano spesso iscrizioni in cenere bianca dal significato mitologico o religioso, e terminano con un pinnacolo decorativo che aveva lo scopo di scacciare le influenze maligne o la sfortuna. L’acqua viene raccolta tramite gronde sporgenti dalla base del tetto, dalle quali poi fluisce attraverso un canaletto fino a una cisterna sotto l’abitazione.

Circa mille anni fa (1.000 a.C.), l’area dell'attuale Alberobello era cosparsa di insediamenti rurali che si svilupparono fino a formare gli attuali rioni di Aia Piccola e Monti. Verso la metà del XVI secolo il quartiere Monti era occupato da una quarantina di trulli, ma fu solo nel 1620 che l’insediamento avviò la sua espansione. Nel 1797, verso la fine del feudalesimo, venne adottato il nome di Alberobello, e Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, conferì alla località il titolo di città regia. Dopo tale periodo, l’edificazione di nuovi trulli cadde in declino. Tra il 1909 e il 1936, alcune parti di Alberobello furono designate come monumenti protetti del patrimonio culturale.

Nell'area di servizio Le Fonti Ovest, 'Sei in un Paese meraviglioso' propone altri quattro itinerari alla scoperta della Puglia: 'Altamura. La Cattedrale di Federico II', una delle quattro basiliche palatine della Puglia; 'Grotte di Castellana. Le viscere della terra', tra le meraviglie di stalattiti e stalagmiti dalle forme impressionanti e suggestive; 'Mottola. Le grotte di Dio', un viaggio tra chiese rupestri e cripte incastonate nel cuore della Gravina; 'Murge. Nei canyon di Puglia', ricchi di antiche tracce umane e di un’eccezionale biodiversità.

Il percorso enogastronomico si snoda tra Puglia e Lucania dove straordinari artigiani producono pane e pasta ancora secondo antiche tradizioni. Ad Altamura si può assaggiare un pane i cui segreti sono la semola rimacinata di origine locale, la lunga lievitazione e la cottura in forno a legna; ha la forma di cappello a falda larga, crosta dorata e profumi tostati.

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