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Ostia, il prete che sfida i partiti: "Io, una scheggia impazzita"

03 ottobre 2017 | 06.19
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Franco De Donno (Adnkronos)
Franco De Donno (Adnkronos)

"Mi sento una scheggia impazzita. Ma dovevo farlo". Franco De Donno per tutti a Ostia è Don Franco. Per 36 anni parroco di Santa Monica e per oltre 3 decenni responsabile della Caritas di Ostia. Da qualche settimana, il 'don' è stato congelato ed è stato sostituito dal 'candidato Franco De Donno', che guida la lista Laboratorio Civico X nelle imminenti elezioni del Municipio X: il 5 novembre, dopo 2 anni di commissariamento, va alle urne un 'città nella capitale', visto che il litorale romano raccoglie oltre 200.000 persone.

"Comprendo che questa mia scelta costituisca una novità", dice De Donno all'Adnkronos. Passeggia sul Pontile, uno dei simboli di Ostia, e stringe le mani di cittadini sorpresi di incontrare il 'don' in borghese. "Sono sempre un sacerdote, non mi sono spretato", tiene a chiarire. "Capisco che molti siano sorpresi e comprendo anche che la mia decisione rappresenti una trasgressione se si pensa al diritto canonico", aggiunge. La candidatura ha fatto storcere il naso a molti. "Io sto vivendo la situazione in modo sereno, capisco che le sfere ecclesiastiche si siano trovate prese in contropiede per questa mia decisione: hanno fatto di tutto per farmi desistere ma io ho seguito la mia coscienza fino in fondo, con molta tranquillità e senza andare 'contro' qualcuno. Sono andato avanti fino in fondo, fino a quando la stessa autorità" ecclesiastica "ha firmato il decreto della mia sospensione. Questo, al di là dell'aspetto strettamente giuridico, significa che il mio impegno viene accettato, la firma del decreto non era un obbligo" per la Chiesa "e senza quell'atto io non mi sarei candidato".

E la chiesa locale? "Il 70% dei parroci qui sono con me, mi hanno incoraggiato e mi sostengono", dice. E gli altri? "Gli altri sono... perplessi". A circa un mese dal voto, bisogna essere pronti per il rush finale della campagna: appuntamenti, incontri, rapporti con i media. Tutto questo si aggiunge alle attività 'ordinarie' che non vengono trascurate: "Stasera ci occupiamo di tossicodipendenza, abbiamo appena festeggiato l'ingresso di una ragazza in comunità. Un passo fondamentale quanto difficile". Impossibile ridurre l'agenda: "Mi sento un po' una scheggia impazzita. E così si sentono anche le persone serie e competenti che fanno parte della mia squadra. Qui ci confrontiamo con un colosso, i partiti: ci confrontiamo con strutture organizzate e collaudate, mentre noi siamo un po' un gruppo di novellini. Ci stiamo mettendo il cuore, fa fare miracoli".

La campagna elettorale si scalderà nelle prossime settimane. I toni si alzeranno. Verrebbe da domandare 'ma chi gliel'ha fatto fare?'. "Me lo chiedo dall'inizio, me lo chiedo sempre", ammette sorridendo. "A 71 anni uno magari dovrebbe pensare a tirare i remi in barca. Invece, ho dovuto tirare fuori 4 remi, forse anche di più, per affrontare un mare tempestoso. Ma la cittadinanza mi ha incoraggiato e mi incoraggia: qui vogliono provare qualcosa di nuovo".

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