"Trentacinque Paesi non dispongono ancora di una legislazione che si occupa specificamente della pornografia infantile". Lo denuncia don Fortunato Di Noto, a capo dell'associazione Meter. "Dei 79 Paesi che dispongono di una legislazione in vigore, - rileva - 60 di loro non definiscono specificamente la pornografia infantile; 26 non si occupano di reati informatici; 50 non criminalizzano il possesso senza riguardo all'intenzione di distribuire; e 79 hanno la legislazione sulla conservazione dei dati per garantire l'accesso da parte delle forze dell'ordine ai dati degli utenti necessari per indagare e perseguire l'attività criminale online. Da qui la grande responsabilità dei colossi del web".
"La nostra azione è operativa, e i report Meter (www.associazionemeter.org) contro la pedofilia e la pedopornografia non possono minimamente essere smentiti: anzi - osserva don Di Noto - richiederebbero un’attenzione internazionale che dovrebbe permettere un’azione più incisiva nella repressione, nell’individuazione dei soggetti criminali che producono, distribuiscono e detengono materiale pedofilo. Milioni e milioni di immagini, passate e di recente realizzazione, milioni di video (inenarrabili): ma la cosa più drammatica e agghiacciante sono le decine di milioni di bambini vittime di violenza perpetrata da adulti, esposti nelle vetrine del web come merce da scambio. Fiumi di mercato dove lo scambio, che non è solo libero è diventato un florido business per i nuovi trafficanti digitali di persone umane, di piccoli innocenti".
"La connivenza è di tanti, di troppi e non bastano più congressi, convegni, tavoli e osservatori se poi non si ha il forte coraggio e l’ardire di convenire tutti in una sola frase: la pedofilia e la pedopornografia sono un crimine contro l’umanità", dice il presidente di Meter.
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