"Il Cristianesimo non è tanto la somma di precetti e di norme morali, ma è prima di tutto una proposta di amore che Dio attraverso Cristo ha fatto e continua a fare all’umanità". Papa Francesco lo sottolinea durante l'Angelus in piazza San Pietro.
"E' un invito a entrare in questa storia di amore, diventando una vigna vivace e aperta, ricca di frutti e di speranza per tutti. Una vigna chiusa può diventare selvatica e produrre uva selvatica - avverte il Pontefice - Siamo chiamati ad uscire dalla vigna per metterci a servizio dei fratelli che non sono con noi, per scuoterci a vicenda e incoraggiarci, per ricordarci di dover essere vigna del Signore in ogni ambiente, anche quelli più lontani e disagevoli".
"La grande novità del Cristianesimo - sottolinea Bergoglio - è un Dio che, pur deluso dai nostri sbagli e dai nostri peccati, non viene meno alla sua parola, non si ferma e soprattutto non si vendica".
Il Pontefice osserva che "la storia di Israele è una storia che ci appartiene: si parla dell’alleanza che Dio ha voluto stabilire con l’umanità e alla quale ha chiamato anche noi a partecipare. Questa storia di alleanza però, come ogni storia di amore, conosce i suoi momenti positivi ma è segnata anche da tradimenti e da rifiuti".
Attraverso le 'pietre di scarto', afferma il Papa, "attraverso situazioni di debolezza e di peccato, Dio continua a mettere in circolazione il 'vino nuovo della sua vigna', cioè la misericordia. C’è un solo impedimento di fronte alla volontà tenace e tenera di Dio: la nostra arroganza e la nostra presunzione, che diventa talvolta anche violenza".