Si chiama tramadolo, ma è tristemente conosciuta come "droga del combattente". 24 milioni di compresse sono state sequestrate dalla Guardia di finanza e dall'Ufficio antifrode della Dogana nel porto di Gioia Tauro. Provenivano dall'India ed erano dirette in Libia e secondo le informazioni condivise con fonti investigative estere, il traffico di tramadolo sarebbe gestito direttamente dall’Isis al fine di finanziare le attività terroristiche. Viene chiamata "droga del combattente" perché il suo uso è stato ripetutamente accertato negli scenari di guerra mediorientali, dal momento che viene utilizzata sia come eccitante sia per aumentare le capacità di resistenza allo sforzo fisico.
Si tratta di una sostanza oppiacea, un analgesico il cui effetto antidolorifico è dovuto alla sua influenza su specifiche cellule nervose presenti nel midollo spinale e nel cervello. Utilizzato nel trattamento del dolore da moderato a grave o nel caso di dolori indotti da interventi chirurgici e diagnostici, in Italia il tramadolo può essere venduto dietro prescrizione medica e viene impiegato come principio attivo di diversi farmaci, come il Contramal. Proprio per la sua capacità di alleviare la percezione del dolore e lo stato d'ansia, il tramadolo viene usato dai jihadisti per entrare in azione. Esattamente come il Captagon, l'altra "droga dell'Isis" formata da un mix di anfetamine e caffeina che provoca una maggiore vigilanza, diminuisce la sensazione di stanchezza e porta a una alterazione della capacità di giudizio. Impiegata dai jihadisti per inibire paura e dolore, permette di uccidere senza il timore della reazione altrui.