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Sicilia, Davide Enia: "La gente ormai è disillusa"

06 novembre 2017 | 11.24
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Davide Enia
Davide Enia

"E' avvilente che più della metà dei siciliani sia rimasto a casa e non sia andato a votare. Esattamente come accadde cinque anni fa, il che vuol dire che c'è uno scollamento tra la politica e la ricaduta della politica sulla vita delle persone. Siamo arrivati a un livello di disillusione totale che la gente non va più a votare". Davide Enia, drammaturgo, autore teatrale e scrittore, ma soprattutto, un palermitano innamorato della sua città, è molto amareggiato e non fa niente per nasconderlo. I dati sull'astensionismo, solo il 46,76 per cento dei siciliani è andato al voto, sono "preoccupanti" per Davide Enia. "Indipendentemente da chi si è candidato, questa disaffezione al voto è figlia di un orribile campagna elettorale, e di un orribile governo regionale", si sfoga in una intervista all'Adnkronos.

"Da una parte - spiega Davide Enia - c'è la disaffezione e la mancanza di ideali, che è evidente. Abbiamo la disoccupazione più alta d'Italia, un giovane su quattro non lavora. Che prospettive possono avere nella realtà percepita? Non hai nessun beneficio dai cambi di governo".

Un altro dato "rilevante" per Davide Enia, che in questi giorni è in Francia per lavoro, "è che questo astensionismo è figlio dell'evasione scolastica di massa, del crollo della cultura, dei tagli alla cultura e del mancato intervento culturale sul territorio, bisognoso della cultura come la pianta ha bisogno dell'acqua. Sono cose che vanno di pari passo". "E' necessario un intervento culturale - sottolinea con forza Davide Enia - Io quei posti li conosco, abbiamo quel grande impasto di bisogno concreto e reale e una vocazione all'assistenzialismo che fa parte di una mentalità. Hai voglia di piangere miseria, quando hai lo scooterone e l'ultimo modello di cellulare". Ecco perché "serve un cambio del paradigma culturale".

Poi, il drammaturgo non risparmia critiche al Pd e al centrosinistra. Ieri sera, a caldo, subito dopo i primi exit poll Davide Faraone ha attaccato il Presidente del Senato Grasso, dicendo che "Fabrizio Micari ha avuto più coraggio di Grasso". "E' sconfortante vedere, in un territorio come il nostro, lo scaricabarile che sta facendo il centrosinistra - spiega Enia - Ma è mai possibile che la colpa sia sempre di qualcun altro e non di chi sta fallendo le aspettative e il voto di fiducia. Il Pd è stato per cinque anni al Governo, può mai essere che la colpa è di Grasso? Questo è un partito che non riesce neppure a esprimere un solo candidato". Per Enia tutto questo "indica il fallimento della segreteria" e "il fatto che c'è una improvvisazione molto grave su un progetto reale".

Anziché assumersi la responsabilità, il 'metterci la faccia', Renzi è andato a Chicago invece di sostenere Micari. E' venuto persino l'81enne Berlusconi a fare campagna elettorale. In qualche modo, questa totale mancanza di senso di responsabilità con un sostanziale fallimento del progetto della Sinistra".

Poi, Davide Enia, ribadisce con forza che"l'unico vero tema che mi sta cuore", "in questa campagna elettorale orribile è stato assente". "Parlo dell'unico tema che ci impegnerà per i prossimi 50 anni: questo enorme esodo delle persone che è stato ignorato sistematicamente". "Numeri alla mano è una delle più gravi tragedie del periodo contemporaneo - dice Davide Enia, autore di 'Appunti per un naufragio' (Sellerio editore Palermo) - Ed è sconfortante vedere come, anche per fini puramente elettorali, nessuno schieramento si sia preso la briga di rispondere a quella che è l'urgenza assoluta". "L'unico che ha le palle di parlarne è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando - dice - è l'unico che sta dimostrando di avere una schiena drittissima su un argomento così spinoso. E' un gigante, sta dimostrando di avere una statura che non ha nessun altro".

"Il silenzio su Lampedusa e la Sicilia pesa come un macigno, cosa vuole offrire la Sicilia? Cosa vuole diventare? Nessuno è riuscito a dare una risposta. C'è una mancata comprensione del fenomeno o una strumentalizzazione ancora più violenta".

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