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Medicina: dolore e vescicole, Herpes zoster per 150-200 mila italiani l'anno

09 novembre 2017 | 16.16
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Un minuscolo nemico si annida nel sistema nervoso, rimanendo in silenzio anche per decenni, prima di farsi sentire. L'Herpes zoster è causato dalla riattivazione del virus-varicella zoster, lo stesso della varicella. Causa un dolore bruciante: non è un caso se la malattia è nota anche come Fuoco di Sant'Antonio e "si manifesta fondamentalmente proprio col dolore, che nel 90% dei casi precede la comparsa di un rush cutaneo, che poi si trasforma in vescicole a grappolo. Questo può accadere a vari livelli, in genere sul tronco, talvolta sul viso, ma può colpire tutto il corpo". A spiegarlo all'AdnKronos Salute è Antonio Volpi, associato di Malattie infettive all'Università di Roma Tor Vergata. "L'Herpes zoster colpisce soprattutto al di sopra dei 50 anni, possiamo considerare che 150-200 mila italiani l'anno" facciano i conti con questa malattia.

Esiste un gruppo più a rischio? "Il pericolo aumenta con l'età, notevolmente al di sopra dei 50 anni. A 80 anni - dice lo specialista - se una persona ha avuto la varicella, normalmente si dice che ha il 50% di possibilità di avere l'Herpes zoster nel corso della vita. Quindi il fattore di rischio più importante è l'età". Tutto nasce da un virus che è abilissimo nel 'nascondersi'. "Nel corso della varicella abbiamo delle manifestazioni cutanee ben note, le vescicole, da cui il virus riparte per i nervi sensitivi e va a finire nei gangli spinali o cranici, dove rimane latente nel corso della vita per tempi molto lunghi - prosegue Volpi - Basti pensare che normalmente la varicella si prende in età pediatrica e l'Herpes zoster a 50 anni". Ma allora cosa risveglia questo microrganismo, dopo tanto tempo? "Probabilmente c'è un'immunosenescenza: con l'invecchiamento il sistema immune diventa più debole nei confronti di questo virus, che si slatentizza e ridiscende il nervo, provocando il dolore e le manifestazioni cutanee", suggerisce l'esperto.

La buona notizia è che il Fuoco di Sant'Antonio oggi si può prevenire. "Abbiamo attualmente un vaccino che ha una buona efficacia (oltre 50%), ma prossimamente ne arriverà anche in Italia uno nuovo, già approvato dalla Food and Drug Administration americana e dell'autorità canadese, che ha una potenza nettamente superiore - sottolinea Volpi - in quanto protegge nel 97% dei casi, dunque nella quasi totalità".

Si tratta di Shingrix* (Gsk), un vaccino a subunità, non contenente virus vivo, ricombinante, adiuvato, somministrato per via intramuscolare. "In questo momento è al vaglio dell'autorità europea - aggiunge Volpi - e penso che sarà disponibile in tempi relativamente brevi. Gli effetti collaterali sono solo a livello locale: un po' di bruciore o sensazione di fastidio dove è stato inoculato, nel deltoide, ma è una questione minima che in 24-48 ore si risolve".

Dunque chi si dovrebbe vaccinare contro il Fuoco di Sant'Antonio? "Più giovane è l'età in cui si viene vaccinati, più lunga probabilmente è la protezione. Allo stato attuale è consigliabile al di sopra dei 60-65 anni, e per situazioni particolari al di sopra dei 50 anni".

L'Herpes zoster non è una malattia da sottovalutare: "Provoca disturbi anche dopo che è passata. La durata complessiva della forma acuta - ricorda Volpi - è di un mese, e può creare complicanze che vanno dalla sovrainfezione batterica a livello locale alla temibilissima nevralgia post-erpetica", un dolore che continua o si ripresenta nella sede di un pregresso Herpes zoster entro tre mesi dall'eruzione cutanea. "Anche in questo caso il dolore è molto forte e può durare anni. Infine possono esserci complicanze a livello dell'occhio: si possono avere lesioni della cornea anche importanti", conclude Volpi.

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