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Milano

"Stattene a casa", ragazza diabetica cacciata da discoteca

10 novembre 2017 | 16.04
LETTURA: 3 minuti

(Fotogramma) - (FOTOGRAMMA)
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Tre bustine di zucchero e un succo di frutta. Tanto è bastato a negare l'accesso in discoteca ad una ragazza che portava con sé quegli alimenti in quanto diabetica. E' successo a Milano, dove il buttafuori di una discoteca ha respinto la giovane dicendole che nel locale è vietato introdurre cibi. A denunciare il fatto è stata la stessa ragazza che si firma M. F. sul sito portalediabete.org.

"Oggi voglio che si sappia quello che mi è accaduto ieri sera. Perché mi rendo conto sempre di più in che paese viviamo. Ieri sera per la prima volta mi hanno fatto sentire una merda, qui a Milano all'entrata di una discoteca abbastanza conosciuta: mi hanno privata dell'entrata perché, in quanto diabetica, avevo con me nella borsa tre bustine di zucchero, e un succo di frutta in caso di emergenza ipoglicemica".

"Io ho ribadito che sono diabetica spiegando tutto e per quale motivo avessi con me lo zucchero, ribadendo che in quei casi bisogna essere tempestivi e lui continuava a dire che potevo portare solo con me "la medicina" perché lo zucchero non serve. Io ho mostrato il mio certificato, mortificata di fronte a una decina di persone che erano con me per festeggiare la laurea di una mia amica. Ancora una volta sono stata respinta con la risposta "ti stai a casa" alla mia domanda "allora in questi casi che dovrei fare io!?".

"Trovo che l'ignoranza sia ingiustificata e più di tutto la presunzione di fronte a qualcosa che sconosci - conclude la ragazza - Trovo che lo schifo che circola in discoteca sia nocivo miliardi di volte in più di tre semplici bustine di zucchero. Mi dispiace che l'ignoranza porti sempre a una discriminazione. Questo come in altri casi."

In merito alla questione è intervenuto il diabetologo del San Raffaele Lorenzo Piemonti, che su Facebook ha indirizzato una lettera aperta al gestore della discoteca milanese. "Diciamo che ho un hobby nella mia vita, che è quello di studiare il diabete, e quindi credo di conoscere il diabete di tipo 1 sufficientemente bene, malattia che colpisce 250000 persone in Italia con 5000 nuovi casi ogni anno, in aumento". E’ una malattia invisibile - prosegue Piemonti - nel senso che non ha una “fisicità” prorompente come altre malattie, anche perché colpisce prevalentemente in età giovane, ma non per questo meno grave. Le persone colpite da questa malattia in ogni istante della loro vita devono regolare gli zuccheri nel sangue utilizzando due cose: l’insulina per abbassarli e lo zucchero per alzarli, a seconda della necessità". "Siccome l’ignoranza non è da considerarsi un difetto in assoluto ma viceversa è una opportunità importante per aumentare la conoscenza, sarebbe bello - conclude il medico - riconoscere che forse c’è stato un errore in questa vicenda, scusarsi e magari cogliere l’occasione per sensibilizzare la comunità sull’importanza di questa malattia".

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