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Riina, chi sarà l'erede?

18 novembre 2017 | 10.27
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Totò Riina  (Afp)
Totò Riina (Afp)

La mafia non muore con Riina. Il Capo dei capi non c'è più ma nessuno si fa illusioni. Il giorno dopo la scomparsa di Totò 'u curtu, tra i boss mafiosi più feroci e spietati di sempre, l'imperativo è non abbassare la guardia perché ora inizia una pericolosa fase di transizione in cui Cosa nostra cercherà di riorganizzarsi e di trovare una nuova guida. Secondo alcuni potrebbe anche aprirsi una guerra per la successione. Un nome ancora non c'è ma si avanzano già diverse ipotesi. Chi potrebbe essere l'erede di Riina?

GLI SCENARI - La partita è aperta. Secondo l'ex Procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi, oggi pm nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, in questo momento non ci sono boss mafiosi in grado di potere sostituire al comando di Cosa nostra Totò 'u curtu. "Non vedo una figura che possa avere quel carisma che ha caratterizzato la centralità di Riina", spiega.

Tuttavia la mafia di certo non si farà trovare impreparata. "Sono convinto del fatto che siccome non è stato un evento imprevisto o traumatico - dice Teresi - tutto ciò che in Cosa nostra si doveva muovere per individuare un successore si è già mosso". "La morte di Riina - aggiunge - è stato semmai un ulteriore input affinché quella programmazione si rendesse operativa". "Da un po' - osserva poi - è finito il tempo del centralismo dittatoriale. Si cercherà, immagino, una gestione più collegiale per fare convergere le diverse anime che sono sempre quelle interventiste e trattativiste".

Quella che inizia adesso è, secondo il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, "una fase di transizione tremenda e dagli esiti incerti". "La transizione - scrive Lumia sul suo blog - potrebbe incontrare difficoltà di linea condivisa e soprattutto di selezione del nuovo capo e dei nuovi capi in testa ai vari mandamenti e alle commissioni provinciali".

I NOMI - Tra i nomi che spuntano per la successione a Riina c'è sempre quello del boss latitante Matteo Messina Denaro. "Ha la capacità criminale di Riina in astratto, ma - sottolinea il pm Vittorio Teresi - non so se in questo momento abbia il seguito che deve avere un capo unico". "Cosa nostra ora - aggiunge - non ha interesse di tornare allo scontro con lo Stato, per questo dubito che Messina Denaro possa avere un ruolo di capo unitario".

Per Lumia Matteo Messina Denaro "non riesce a prendere in mano la situazione perché non vuole lui, per rimanere acquattato nella sua latitanza protetta, o perché - osserva il senatore dem - non lo consentono i boss palermitani che pensano, dopo la dittatura di Riina, di riprendere finalmente in mano la guida di Cosa nostra".

Ci sono poi in corsa per la successione i corleonesi che, come sottolinea Lumia sul suo blog, non sarebbero disposti a mettersi da parte. Primo tra tutti Giovanni Grizzafi, nipote di Totò Riina che gode dell’investitura dello stesso Capo dei capi. Il 'Messia', così è chiamato Grizzaffi, è "fuori, da qualche mese scarcerato per fine pena", ricorda il senatore Pd. E' presto per dire chi prenderà il posto di Riina ma certo è che "non sarà facile succedere alla belva di Totò 'u curtu. Gli scenari - scrive Lumia - sono tanti, pericolosi e intriganti".

LA MAFIA NON MUORE - Giovanni Paparcuri, l'autista del giudice Rocco Chinnici e unico sopravvissuto alla strage del 1983 di via Pipitone, si dice certo che "la mafia non muore con Riina". "Non illudiamoci - sottolinea - c'è sempre un ricambio generazionale e forse adesso si aprirà la guerra per la successione. Quello che succederà ora è tutto da decifrare". L'importante è non abbassare mai la guardia, perché, come sottolineava ieri Maurizio Costanzo scampato nel 1993 all'attentato di via Fauro, "tutto può ricominciare".

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