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Mps, processo Alexandria: assolti Mussari, Vigni e Baldassarri

07 dicembre 2017 | 12.45
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La Corte d'Appello di Firenze ha assolto l'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l'ex direttore generale di Mps Antonio Vigni e l'ex responsabile dell'area finanza della banca Gianluca Baldassarri dall'accusa di ostacolo alla vigilanza per la ristrutturazione del derivato Alexandria.

In primo grado, con sentenza emessa il 31 ottobre 2014 dal Tribunale di Siena, Giuseppe Mussari era stato condannato per concorso in ostacolo alla vigilanza a 3 anni e 6 mesi di reclusione e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Stessa pena era stata inflitta a Vigni e Baldassarri.

I giudici della Corte d'appello di Firenze hanno assolto gli ex vertici di Banca Mps per "non aver commesso il fatto". Mussari e Vigni non erano presenti alla lettura della sentenza. In aula, invece, c'era Baldassarri.

LA RICHIESTA DELLA PROCURA - Durante il processo d'appello, il sostituto procuratore generale Vilfredo Marziani aveva chiesto per gli imputati un aggravamento della pena: 7 anni di reclusione per Mussari e 6 anni per Vigni e Baldassarri.

Gli avvocati dei tre imputati - Tullio Padovani e Fabio Pisillo per Mussari, Franco Coppi e Enrico De Martino per Vigni e Filippo Dinacci e Stefano Cipriani per Baldassarri - hanno sempre sostenuto che all'interno della Banca si sapeva dell'esistenza del 'mandate agreement' e che questo documento non era un segreto neppure per gli ispettori della Banca d'Italia.

Per questo motivi gli avvocati difensori durante il dibattimento in aula a Siena avevano chiesto ai giudici l'assoluzione con formula piena per tutti e tre i loro assistiti. Stessa richiesta hanno formulato i difensori durante il processo d'appello a Firenze.

LEGALE MUSSARI - "Ho subito chiamato Giuseppe Mussari al telefono. Era felice anche se estraneo alle accuse di aver ostacolato la vigilanza" ha riferito l'avvocato Fabio Pisillo dopo la lettura della sentenza.

"E' un'assoluzione che restituisce senso e dignità a Giuseppe Mussari - hanno dichiarato gli avvocati Tullio Padovani, Francesco Marenghi e Fabio Pisillo - Siamo particolarmente soddisfatti perché la Corte d'Appello di Firenze ha riconosciuto ciò che la difesa ha sempre sostenuto fin dal giudizio di primo grado: ossia che nessuno ha tratto in inganno gli ispettori della Banca d'Italia".

"In particolare, non solo tutte le testimonianze raccolte convergevano sull'assoluta trasparenza nelle relazioni della banca con le autorità di vigilanza - hanno sottolineato i legali Padovani, Marenghi e Pisillo in una dichiarazione all'AdnKronos - ma è stato addirittura dimostrato, grazie a documenti contrattuali estratti dagli atti del fascicolo del processo milanese, che la Banca d'Italia ha avuto da sempre a disposizione un contratto ('deed of amendment') che ha un contenuto equipollente, anzi superiore, al 'mandate agreement'".

"Ovviamente non bisogna mai dimenticare che per accertare la completa estraneità ai fatti di Mussari ci sono voluti quattro anni che hanno profondamente inciso sull'esistenza e sulla vita di un innocente. A Mussari va il nostro pensiero in questo momento felice", hanno concluso i difensori.

BALDASSARRI - "Ho fatto otto mesi di carcere" ha detto Baldassarri fermandosi davanti ai giornalisti.

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