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Padre non lo riconobbe, figlio 45enne ottiene danni

12 dicembre 2017 | 19.49
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A 45 anni ha ottenuto dal Tribunale di Matera la pronuncia del riconoscimento di paternità che al momento della nascita suo padre, un 67enne di Tursi in provincia di Matera, non aveva voluto fare. Il collegio giudicante del Tribunale civile ha condannato il padre a versare la somma di 20.000 euro oltre interessi (contro i 150.000 euro richiesti), accogliendo la richiesta di risarcimento conseguente ''alla privazione della figura paterna''. Dopo così tanto tempo, a portare in tribunale il padre è stato Vincenzo Trani (di Tursi, così come la madre ed il padre) assistito dall'avvocato Luciano Vinci.

Nonostante il tempo trascorso, Trani si è rivolto all'autorità giudiziaria per la pronunzia del riconoscimento di paternità nei confronti del suo padre naturale che non si è opposto ai test genetici. Dagli accertamenti, si è stabilito che sono effettivamente padre e figlio. Trani ha chiesto anche il risarcimento dei danni perché la mancanza della figura di un padre ha condizionato la sua vita per la mancanza di sostegno morale e materiale. Il padre biologico, invece, ha asserito di aver seguito il percorso di vita di Trani, di essere stato presente e di aver dato sostegno.

Di altro avviso è stato in definitiva il Tribunale ritenendolo di fatto un genitore assente e giudicando tale comportamento un illecito di tipo endofamiliare. 'E' la prima volta per una pronuncia di questo genere da parte del Tribunale di Matera e, più in generale, si tratta di un caso piuttosto isolato'', afferma all'AdnKronos l'avvocato Luciano Vinci. ''In genere - aggiunge il legale - questa azione è proposta dall'altro genitore del minore non riconosciuto. Invece a promuoverla è stato il diretto interessato che ha elaborato questa decisione al termine di un percorso di profonda sofferenza morale, scandito dall'afflizione per il rifiuto. Un altro elemento non trascurabile è lo svolgersi dei fatti in una piccola comunità".

"La pronuncia mi soddisfa molto - aggiunge Vinci - e ciò indipendentemente dalla somma. Un Tribunale ha detto che è stato commesso un illecito e che una persona ha sofferto ed è questa la ragione che ha portato al giudizio, non certamente ragioni economiche che non potrebbero in alcun modo sanare la ferita''.

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