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Milano, la denuncia: "Palazzi a rischio cedimento con parcheggio via Borgogna"

16 dicembre 2017 | 16.14
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I palazzi di via Borgogna a Milano rischiano di cedere se verrà portato a termine il parcheggio sotterraneo in costruzione così come disegnato nel progetto esecutivo. A sancirlo nero su bianco è una perizia all’esame dei giudici del tribunale amministrativo lombardo che devono decidere sul ricorso presentato dal comitato che si oppone alla costruzione.

Il documento, firmato dall’ingegnere Gianpaolo Rosati, professore del Politecnico di Milano, boccia il calcolo strutturale dei progettisti. In particolare si contesta il progetto là dove si parla di carichi che al massimo possono provocare danni estetici modesti e irrilevanti. Dalle simulazioni peritali invece emerge che vi sarebbero ''cedimenti differenziali, i più dannosi per la struttura stessa dell’edificio''.

Si verrebbe a creare cioè un regime statico ''che supera i limiti di sicurezza''. Ma non solo. Nella stessa relazione di analisi delle autorimesse si dichiara esplicitamente ''di non avere il livello sufficiente di conoscenza delle fondazioni degli edifici''. Un’analisi dunque che secondo il perito sarebbe basata ''su scarsa conoscenza, del tutto inaffidabile e con probabilità di errore che superano il 50%’’. Abitanti e commercianti della zona non ci stanno. ''Assurdo -dice l'architetto Livia Pansera- mettere a rischio la sicurezza dei cittadini con un progetto di questo tipo, senza tenere conto in modo adeguato delle osservazioni tecniche''.

Il comitato contesta all'impresa di non aver nemmeno recepito le osservazioni del verificatore, parte terza e previsto dalla legge e di aver invece ripresentato un progetto esecutivo sostanzialmente identico alla prima versione. Ma il Comune guidato da Giuseppe Sala, pur mostrando comprensione per i disagi e al lavoro per minimizzare l'impatto del cantiere non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Ed è lo stesso sindaco a chiarirne i motivi che sembrerebbero solo di natura economica: ''Non sto proponendo di fermare il progetto -ha dichiarato nei giorni scorsi- perché se no porterebbe al pagamento di penali e si porrebbe un problema per l’amministrazione''. E secondo l’amministrazione con la costruzione dei posti auto si deve guardare anche agli aspetti positivi: l’autosilos di via Borgogna permetterà di cancellare 11 parcheggi decisi dalle precedenti amministrazioni.

''A parte che il vicino parcheggio di Via Mascagni non è mai pieno -dice Giovanna Villa che amministra alcuni immobili proprio in via Borgogna- non credo che nessuno stia a sindacare la volontà del Comune di fare un parcheggio, ma certo si devono prima garantire la sicurezza dei cittadini e la stabilità dei fabbricati. Noi siamo seriamente preoccupati''. Nella zona, pieno centro di Milano, ogni giorno affollano vie e negozi migliaia di persone. Il progetto del parcheggio prevede 325 posti. Secondo il piano di business un posto degli oltre 200 riservati ai privati dovrebbe costare 100 mila euro. ''Non si capisce perchè -dice Sandro De Bruno direttore Brian&Barry, lo store di lusso coinvolto nella vicenda a causa della vicinanza del cantiere, si decida di andare avanti con un progetto che non vuole nessuno e che crea dei rischi. Problemi economici per il comune? Speriamo proprio che di fronte ai soldi non si metta in secondo piano la sicurezza degli abitanti''.

Nel frattempo il cantiere rimane fermo ormai da oltre un anno creando una situazione surreale: impresa bloccata, cittadini in piazza e in tribunale per contrastare l'esecuzione dell'opera, con il Comune intenzionato ad andare avanti. Il tar ha concesso una sospensiva di 90 giorni per dare tempo ai ricorrenti di esaminare il progetto esecutivo varato lo scorso 12 ottobre. ''Ma il Comune -dice ancora De Bruno- dovrebbe forse anche interessarsi anche alla fideiussione assicurativa affidata a Elite Insurance Company Limited che si trova a Gibilterra''.

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