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Il caso

"Ma quale frode?", Cannavacciuolo si difende

23 dicembre 2017 | 16.23
LETTURA: 3 minuti

Antonino Cannavacciuolo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Antonino Cannavacciuolo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Ma quale frode?". Antonino Cannavacciuolo non ci sta. Dopo la denuncia dei Nas alla moglie e al direttore del Bistrot di Torino per alcuni prodotti trovati nel congelatore del ristorante e non indicati correttamente nei menu, lo chef, intervistato da 'La Stampa', si difende spiegando che quei cibi non erano destinati ai clienti ma allo staff del locale.

Parlando degli ortaggi e della pasta, Cannavacciulo assicura: "Quella che finisce in tavola è sempre fresca, ci mancherebbe. Può succedere, però, che ne avanzi un po’. E allora viene congelata, ma - precisa - esclusivamente per uso personale e non per essere proposta successivamente ai clienti. Insomma, il cibo buono non si butta. Ma quella roba, lo ripeto, ce la mangiavamo noi e nessun’altro".

Discorso diverso invece per il pesce. Si tratta di prodotti, spiega lo chef al quotidiano, che "devono essere abbattuti per legge. Procedimento che era correttamente indicato, ma soltanto al fondo della carta". "Certo: abbiamo sbagliato - ammette -, c’è poco da discutere. Ma non l’abbiamo certo fatto in malafede. D’ora in avanti un asterisco lo indicherà accanto ad ogni piatto. Fine della storia".

Riguardo alle materie prime non tracciate rilevate dai controlli, Cannavacciulo assicura: "Tutto quello che è stato trovato nella cucina di Torino è assolutamente tracciato. Semplicemente non sono state riscritte le schede dei singoli fornitori sui registri del ristorante. Evidentemente - osserva -, negli ultimi tre giorni, nessuno ne aveva avuto ancora il tempo".

"Va bene che ci siano delle regole - sottolinea -, ma applicarle in questo modo è assurdo. Si parla tanto delle difficoltà che gli imprenditori sopportano per lavorare in Italia, in qualsiasi settore. Ecco: storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un'altra parte". "E' giusto - conclude lo chef nell'intervista - che i ristoranti siano controllati" ma "se c’è un menù che non è scritto nel modo giusto, forse potrebbe bastare un avvertimento".

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