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"Munnezz infame", ira sul 15enne fermato a Napoli

29 dicembre 2017 | 16.57
LETTURA: 3 minuti

Una foto postata sul profilo facebook di K.
Una foto postata sul profilo facebook di K.

"Lasciatelo a noi". Un fiume di rabbia si riversa sulla bacheca Facebook di K., 15enne napoletano tra i presunti aggressori di Arturo. Sarebbe stato lui, infatti, a fare da 'palo' lo scorso 18 dicembre mentre due amici accoltellavano lo studente 17enne in via Foria, senza alcun apparente motivo. Un atto di violenza inaudito che ha scatenato le ire di quanti, saputo il nome del giovane, non hanno impiegato molto a trovarlo e riconoscerlo nel profilo social, fra pose da duro e frasi da 'guappo'.

E' così che a decine si sono affrettati a lasciare un commento sotto le foto più recenti del ragazzino ora in stato di fermo, innescando in alcuni casi delle lunghe e violente discussioni in dialetto stretto con amici e parenti del ragazzo, schierati in prima linea per difenderlo dagli attacchi. Famiglia che viene bersagliata da insulti e critiche, tra l'altro, perché ritenuta responsabile del comportamento criminale dell'adolescente.

"Spero ti diano un anno per ogni coltellata subita da Arturo! Mi fai pena tu e chi ti ha cresciuto come un animale", tuona infatti un utente, che fa incetta di like raccogliendo l'approvazione dei commentatori. "Siete lo schifo di Napoli", aggiunge qualcuno sotto una foto di gruppo, con ragazzi definiti "rifiuti della società, bimbiminkia che giocano a fare i camorrai", invitati ad "ammazzarsi fra di voi" perché tanto "sulla faccia della terra non servite e voi e i mostri di genitori che vi hanno generato". E poi ancora "munnezz", "lota, "nano", "bastardo", "muort e famm", "sciem" e "infame". "Puzzate già di morte", aggiunge qualcuno, mentre non mancano minacce per "quando sarai fuori".

Ma, fra tanti insulti, c'è anche chi si augura che una volta finito tutto K. prenda la giusta strada, magari allontanandosi dalle compagnie sbagliate. Perché a 15 anni deve esserci ancora la speranza per una giovane vita che può ricominciare da capo: "Tranquillo ragazzo. Il riformatorio negli ambienti criminali è come il diploma, lo metti sul curriculum. Passati i 18 anni - scrive un utente - sarai già messo a Sistema e farai un po' di università in carcere. Quando i tuoi coetanei più sfigati saranno a laurearsi già sarai in BMW, ferro in tasca a fare il caporale. Soldi e rispetto non ti mancheranno. Unica cosa a 40 anni quando gli altri, di altri quartieri, saranno alla recita dei figli, probabilmente sarai al collegio o al camposanto". Ma, lo avverte, "sei giovane e puoi scegliere, vita breve da Rockstar. Vita lunga da normale. Non far cagate e vattene da Napoli".

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