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Neuromed, verso un 'bisturi' a raggi X

27 febbraio 2018 | 16.56
LETTURA: 3 minuti

Neuromed, verso un 'bisturi' a raggi X

Li si potrebbe pensare come bisturi sottilissimi, più sottili di un capello. Ma nessun chirurgo li può prendere in mano: sono impalpabili, raggi di energia, e rappresentano una delle frontiere più avanzate contro patologie gravi come i tumori e alcune malattie neurologiche. A questa impresa scientifica partecipa il Laboratorio di Neurofarmacologia dell'Irccs Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con Pantaleo Romanelli del Brain Radiosurgery, Cyberknife Center, del Centro diagnostico italiano di Milano e Alberto Bravin dell'European Sychrotron Radiation Facility, Grenoble, Francia.

Il punto centrale di queste ricerche - spiega una nota - è il sincrotrone, una struttura in cui gli elettroni vengono accelerati quasi alla velocità della luce. Per costringerli a girare all'interno di un anello sono necessari campi magnetici potentissimi che li deviano. E proprio questa deviazione produce raggi X, che possono essere modulati fino a formare fasci sottilissimi dotati di elevata energia. L'idea è di usare questi fasci di raggi X per effettuare veri e propri interventi chirurgici di altissima precisione.

In due lavori scientifici appena pubblicati sulla rivista 'Scientific Reports', con il contributo dei ricercatori Neuromed, viene studiata la sicurezza di questi sottilissimi raggi X in animali sani irradiati nella corteccia cerebrale e nell'ippocampo, la principale area cerebrale dalla quale originano le forme di epilessia refrattarie ai trattamenti farmacologici. I raggi X, effettuando una serie di microincisioni nel cervello, come un pettine, potrebbero potenzialmente eliminare le scariche convulsive, controllando queste forme di epilessia.

Il principale problema sono gli eventuali danni alle strutture nervose, e proprio i due lavori pubblicati hanno dimostrato, grazie anche alle analisi condotte nel Neuromed, che non vi sono effetti negativi sul normale funzionamento del sistema nervoso centrale. "Naturalmente - sottolinea Giuseppe Battaglia del Laboratorio di Neurofarmacologia Neuromed - siamo ancora lontani dall'applicazione di queste radiazioni sull'uomo. Non solo serviranno ulteriori studi per confermare la loro sicurezza ed efficacia, ma bisogna ricordare che il sincrotrone di Grenoble ha una circonferenza di centinaia di metri. Sarà necessario - conclude - progettare e realizzare generatori capaci di emettere raggi X della stessa energia e spessore, ma compatti, e installabili in strutture ospedaliere".

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