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Maresciallo spiava soldatesse negli spogliatoi

08 marzo 2018 | 13.00
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Aveva piazzato delle microcamere per spiare le soldatesse negli spogliatoi e poi, di nascosto, rubava la loro biancheria intima. Un maresciallo dell'Esercito italiano è stato citato in giudizio con l'accusa di aver installato le telecamere in due spogliatoi di una palazzina adibita al personale militare femminile e di averne nascoste un paio anche nei singoli alloggi delle soldatesse.

I fatti, racconta il sito di Sicurezza e Difesa GrNet.it, sono accaduti in una caserma del nord Italia. Le presunte vittime del maresciallo sarebbero 23. L'uomo è accusato anche di aver sottratto dagli alloggi di tre soldatesse, nei quali si introduceva clandestinamente, la loro biancheria intima. In seguito alla vicenda, il maresciallo è stato trasferito. Lo rende noto l'Esercito in una nota, nella quale "conferma la massima collaborazione con gli organi inquirenti, affinché venga accertata la verità dei fatti".

L'Esercito "ribadisce la totale intransigenza e ferma condanna nel perseguire i comportamenti che violano l'etica militare e non rispettano i principi e i valori di riferimento della nostra Istituzione, screditando tutti gli appartenenti all'Esercito che, invece, con profonda onestà e professionalità, svolgono quotidianamente il proprio dovere, in Italia e all'estero, anche a rischio della propria vita".

Secondo l'accusa, il militare avrebbe spiato anche i tablet, i computer e gli smartphone delle vittime sottraendo file attinenti alla loro sfera privata. Nel frattempo, alcune soldatesse sono transitate presso altri Corpi armati e di polizia dello Stato. Solo a seguito dell'instaurazione del procedimento penale, le vittime sono venute a conoscenza dei fatti. Ora il maresciallo dovrà presentarsi davanti ai giudici il 4 ottobre prossimo.

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