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Toscana

10 anni di dolori al petto, poi la scoperta

16 aprile 2018 | 15.54
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Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)

Un dolore al petto che lo ha accompagnato per 10 anni. E' quanto ha dovuto sopportare un viareggino 46enne che, nel corso di tutto questo tempo, ha visto aumentare una protuberanza dolorosa all’altezza del cuore.

Poi la scoperta: l'uomo ha trascorso questi 10 anni con una garza nel petto, proprio accanto al pacemaker che gli era stato impiantato all'ospedale di Massa nel 2007.

AZIONE LEGALE - Il caso è stato portato alla luce dal legale del paziente, da cui ha ricevuto mandato a procedere con richiesta danni. E ora la vicenda approda anche in Consiglio regionale della Toscana, con un intervento del capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti che chiede l'avvio di un'inchiesta interna alle strutture sanitarie per chiarire l'accaduto.

"A colpirmi - sottolinea Marchetti - è certo l'errore compiuto in fase operatoria e che ha messo a grave rischio la salute del paziente, ma più ancora le sue continue richieste d'aiuto per quella protuberanza dolorosa che negli anni gli si era formata sul petto, all’altezza del cuore, e che nessuno a quanto pare ha voluto prendere in seria considerazione effettuando le necessarie verifiche diagnostiche in un paziente cardiopatico".

PACEMAKER - "Si è dovuto attendere l'esaurimento del generatore, e la conseguente presa in carico del paziente da parte della Fondazione Monasterio di Pisa per la sua sostituzione - prosegue il capogruppo azzurro - perché venisse rinvenuto l'oggetto causa di tanto malessere. Trovo tutto questo un’aberrazione, spia di un sistema sanitario stressato che colloca la persona ai margini, anziché al centro come dovrebbe essere".

"Che adesso il paziente intenda chiedere ristoro per il danno subito è naturale e legittimo. Noi invece - conclude Marchetti - chiediamo alla Regione che si attivi un'inchiesta interna per capire chi, come e in quali circostanze non abbia posto la debita attenzione rispetto al disagio lamentato dal paziente, onde verificare se e quando si sarebbe potuto individuare il corpo estraneo, risparmiando rischi e malesseri al paziente già provato".

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