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Investito e ucciso lupo zoppo

16 aprile 2018 | 15.47
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Foto Lipu
Foto Lipu

Aiutato dal branco perché nato diverso, non poteva usare le zampe posteriori. Un lupetto di un anno di vita. Il più debole della famiglia accudito da fratelli e sorelle, che non lo lasciavano mai indietro. E' la legge del branco. Legge spezzata però dalla cattiveria dell'uomo. Investito da un'auto e ucciso così senza pietà. A denunciarlo la ong animalista Lipu, che a Castel di Guido vicino Roma gestisce un'oasi faunistica, dove appunto da tempo vive un branco di lupi. "Nella mattinata di martedì 10 aprile ci è giunta la segnalazione del rinvenimento di un lupo senza vita all'interno dell'Azienda Castel di Guido - si legge sul profilo Facebook dell'Oasi Lipu -. Appena giunti sul posto, non abbiamo potuto fare altro che constatare il decesso dell'animale, che si è rivelato ben presto essere il giovane lupo più debole della famiglia. Al grande dispiacere per la morte dell’animale, si è subito aggiunta la rabbia per le evidenti cause non naturali del decesso. Infatti è risultato ben presto evidente come la morte dell’animale fosse stata causata da un trauma da impatto, probabilmente con un’automobile sulla sterrata adiacente al luogo del ritrovamento".

La Lipu ritiene che il cucciolo sia stato investito volutamente da un veicolo introdottosi illegalmente nella riserva (non sono stati trovati segni di frenata). La ong denuncia come chiunque, in primis i bracconieri, possa entrare impunemente in auto nell’area protetta, nonostante le numerose segnalazioni alle forze dell’ordine. "Rimane quindi l'enorme amarezza - scrive la Lipu su - nel costatare che, a fronte di uno sforzo che ha dell’incredibile da parte di un branco, che sopra ogni aspettativa si è preso cura e ha accudito con successo per quasi un anno un membro disabile della sua famiglia, corrisponde da una parte la truce crudeltà di alcuni appartenenti alla specie umana e dall’altra l’indifferenza di chi ha la responsabilità di gestire un territorio tanto prezioso datogli in affidamento".

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