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Il sindaco di Venezia: "Memoria punto di partenza"

26 aprile 2018 | 08.28
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Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia (Fotogramma)
Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia (Fotogramma)

"Era il 25 aprile 1945. Il messaggio del 'comandante' Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, risuonava nelle case dei milanesi attraverso Radio Milano Libera: 'Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire'. Sedici secondi di messaggio che hanno cambiato la storia del nostro Paese e sono diventati il fondamento della nostra Repubblica". E' iniziato così, ripercorrendo la storia italiana, il discorso che il sindaco di Venezia ha fatto alla città in campo del Ghetto per ricordare le celebrazioni del 25 aprile.

Luigi Brugnaro ha quindi proseguito: "La memoria deve essere il nostro punto di partenza soprattutto in un tempo, come quello che stiamo vivendo, dove è sempre più forte il rischio che tutto cada nell'oblio. Per questo, soprattutto noi che oggi siamo qui, dobbiamo impegnarci per fare in modo di ricordare alle nuove generazioni il valore di questa giornata: se l’Italia è come la conosciamo, è grazie a quel grande faro chiamato Libertà che è stato difeso da tanti giovani italiani morti per un ideale da difendere anche a costo della vita stessa. Va a loro, dunque, il nostro pensiero, carico di ammirazione e riconoscenza. Possiamo dire che ciò che contraddistingue quel sacrificio è averlo fatto 'gratuitamente' con la certezza di poter cambiare le cose. Basterebbe considerare la grandezza e la nobiltà di quel gesto per comprendere il significato fondamentale della Liberazione e affrancare la sua celebrazione dal rischio di ridursi a una circostanza scontata, inespressiva e, per alcuni, persino fastidiosa ed imbarazzante. No! Per noi oggi celebrare la Liberazione significa riappropriarci del passato per conquistare il futuro. Quello stesso spirito che portò i Padri costituenti a scrivere la Carta guardando al domani dell’Italia. Un testo che ha in sé tutti quei valori per i quali i partigiani e tanti liberi italiani hanno combattuto e che noi abbiamo il dovere di mantenere inalterato nei suoi principi fondamentali e in tutta la sua prima parte".

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