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Chi è Lanzalone, il Mr. Wolf superconsulente 5S

14 giugno 2018 | 10.05
LETTURA: 4 minuti

Luca Lanzalone (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Luca Lanzalone (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Avvocato, 49 anni, ex presidente dell'Acea. Nome in codice: Mr. Wolf. Perché "quando c'è Lanzalone, c'è Wolf". Così diceva al telefono il costruttore romano Luca Parnasi, accostando Luca Lanzalone al personaggio di 'Pulp Fiction' interpretato sul grande schermo da Harvey Keitel. Lanzalone, finito ieri ai domiciliari con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma, aveva seguito come consulente legale il dossier sullo stadio di Tor di Valle per conto dell'amministrazione Raggi.

Genovese, tre studi a Genova, Miami e New York, quella di Lanzalone è una parabola ascendente. Pur non essendo membro del M5S, da 'problem solver' ha collaborato per il Movimento stesso come importante consulente, prima di essere nominato, poco più di un anno fa, alla presidenza di Acea. Lanzalone si è laureato in Giurisprudenza nel 1992 e poi si è iscritto nell'Albo degli Avvocati del Foro di Genova, nell'Albo dei patrocinanti in Cassazione e innanzi alle Corti Superiori.

Da avvocato, si legge nel suo profilo pubblicato sul sito di Acea, svolge prevalentemente attività di consulenza e assistenza legale per società ed enti pubblici in materia societaria, di organizzazione dei servizi pubblici locali, di privatizzazione e di operazioni straordinarie di fusione, scissione, acquisizione, nonché nei rapporti con le Autorità di regolazione e controllo del mercato dell’energia, bancario e finanziario.

Ex consulente del sindaco di Livorno Nogarin, con il quale ha lavorato al risanamento dell'Aamps, l'azienda municipalizzata di Livorno per la raccolta dei rifiuti, al suo arrivo a Roma, Lanzalone non è mai finito nell'universo grillino, pur orbitando nella galassia pentastellata. Lui, del resto, si è sempre definito un tecnico. "Eminenza grigia? Io?", diceva tempo fa a 'Repubblica', spiegando: "Sono un tecnico e ho lavorato con amministrazioni di tutti i colori". E' stata proprio l'amministrazione capitolina ad affidargli il dossier dello stadio di Tor di Valle.

L'operato di Lanzalone è finito sotto l'occhio critico di una parte del Movimento e in particolare dalla 'pasionaria' Roberta Lombardi. Che, raggiunta ieri al telefono dell'Adnkronos, si è trincerata dietro un rigoroso silenzio: "Mi spiace, no comment. Preferisco tacere", ha tagliato corto. Quando il super legale mandato da Grillo e Casaleggio iniziò ad occuparsi delle grane in Campidoglio dopo l'arresto del fedelissimo di Virginia Raggi Raffaele Marra, cominciò, da parte dell'avvocato, un pressing sui consiglieri riguardo allo stadio della Roma che non convinse molti.

Lanzalone, viene raccontato in ambienti del Movimento, ai consiglieri grillini spiegava come fosse necessario non abbandonare il progetto, pena il rischio di dover far fronte a una mega multa per danno erariale. E metteva in guarda dal pericolo di trovarsi alle prese con una causa per risarcimento per l'affare sfumato.

Un'opera di convincimento, la sua, che portò Lombardi e i consiglieri David Porrello e Gianluca Perilli a chiedere un parere pro veritate al presidente onorario aggiunto della Cassazione Ferdinando Imposimato, che chiese l'annullamento d'ufficio della delibera del Consiglio comunale che dichiarava di pubblico interesse il progetto di realizzazione del nuovo stadio. In altre parole, i consiglieri non correvano alcun rischio. Ma alla fine si decise di andare comunque avanti con un progetto 'ridimensionato', sforbiciando le cubature del piano iniziale.

Con la bufera di ieri, la poltrona di Lanzalone ai vertici di Acea ha iniziato a traballare e oggi l'avvocato ha rimesso il mandato di presidente del consiglio di amministrazione di Acea.

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