Sono 334 i fascicoli aperti dall'Autorità Nazionale Anticorruzione nel 2018, da gennaio a maggio. In media oltre due al giorno, per un totale di 66,8 al mese. Trenta in meno rispetto allo scorso anno, ma numeri ancora alti rispetto alle 174 del 2016 e alle 125 del 2015. Sono i dati del terzo Rapporto sul whistleblowing - lo strumento legale usato per segnalare un eventuale pericolo o un'irregolarità sul posto di lavoro - presentato questa mattina nella Sala Spadolini del Ministero dei beni e delle attività culturali, alla presenza del ministro del Mibact Alberto Bonisoli, del Presidente Anac, Raffaele Cantone, del Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, e della curatrice del Rapporto, magistrato Tar Anna Corrado.
LE SEGNALAZIONI - Tra le segnalazioni ricevute da Anac, secondo il Rapporto, 16 sono state inviate alla Procura della Repubblica per fatti di rilievo penale, 10 alla Corte dei conti per danno erariale e 15 all'Ispettorato della Funzione pubblica. Il "whishtleblower è, nel 56.3% dei casi, un dipendente pubblico che lavora nelle Regioni o negli enti locali (36.2%), nelle amministrazioni (17%), istituzioni scolastiche (16.8%) e aziende sanitarie o ospedaliere (15%). Le tipologie di condotta illecita riportate più frequentemente ad Anac sono: ritorsioni (25%), corruzione e cattiva amministrazione (22%) e appalti illegittimi (17%). Le segnalazioni provengono in maggior parte dal Sud e dalle isole, con il 42.81% dei casi, seguito dal Nord con il 32.34%.