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Rogo a campo rom, 4 condanne con aggravante odio razziale

13 luglio 2018 | 18.15
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(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Quattro condanne e un'assoluzione. Si è concluso così questa mattina in Corte d'Appello a Torino il processo per il rogo che si sviluppò nel 2011 al campo nomadi della Continassa al termine di una manifestazione di protesta, indetta da alcuni residenti del quartiere Vallette a seguito dello stupro di una ragazza, poi risultato non vero. I giudici, in appello, hanno confermato per quattro imputati le accuse di primo grado, tra cui l'aggravante di odio razziale ed etnico. Si tratta della prima condanna per un reato commesso con l'aggravante dell'odio razziale, dopo la direttiva emanata nei giorni scorsi dalla procura.

In appello, gli imputati sono stati condannati a pene comprese tra i 2 e i 4 anni, ridotte rispetto al primo grado quando gli imputati erano sette e le condanne erano state tra i 6 anni e sei mesi e un anno e tre mesi. In primo grado dei 7 imputati, accusati a vario titolo di istigazione all'odio razziale, incendio doloso con aggravante di odio razziale e ostacolo ai soccorsi, uno era stato assolto e uno non ha fatto ricorso in appello.

Tra le parti civili, oltre ad alcuni nomadi che vivevano nel campo e che erano riusciti a fuggire alle fiamme, il comune di Torino in qualità di proprietario dell'area e alcune associazioni che operano a sostegno di nomadi e migranti. "E importante che abbia retto l'aggravante dell'odio etnico - commenta all'Adnkronos Gianluca Vitale, legale di parte civile - perché è stato un episodio gravissimo di 'zingarofobia' ed è importante che sia stato riconosciuto soprattutto nel momento attuale".

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