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Processo nomine, parla la teste

18 luglio 2018 | 13.32
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(Fotogramma)
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"Non potevo desumere dalle carte in mio possesso legate alla vicenda della nomina di Renato Marra se c’erano situazioni nella parte istruttoria dell’acquisizione dei curricula che andavano contro la normativa, perché il dipartimento riferiva di non aver svolto alcuna funzione discrezionale. Certo, alla luce, di quanto successo e della nota Anac, oggi devo rivedere la mia posizione: credo che sarebbe stato meglio evitare da prima qualunque tipo di implicazione possibile, con situazioni di possibili conflitti di interessi derivanti da eventuali poteri discrezionali, anche perché le cautele, sul fronte anticorruzione, non sono mai sufficienti".  Lo ha detto in aula in tribunale la vice responsabile dell’Anticorruzione del Comune, Mariarosa Turchi, chiamata a testimoniare al processo in cui è imputata la sindaca di Roma Virginia Raggi, accusata di falso in merito alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale del Campidoglio, Raffaele, al vertice della Direzione Turismo del Campidoglio. 

Sulla nomina tanto contestata, la sindaca Raggi, anche oggi presente in aula nel giorno del suo 40esimo compleanno, si prese la responsabilità della nomina, definendo il ruolo di Raffaele Marra come di "mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali". Parole che secondo la Procura sarebbero smentite da alcune chat finite nell'inchiesta. "Non avevo motivo di dubitare delle parole della sindaca" ha detto Turchi.

Alla domanda del pm Francesco Dall’Olio sul perché abbia preso atto delle risposte arrivate dai suoi interlocutori senza ulteriori approfondimenti, la responsabile capitolina ha detto che "il responsabile anticorruzione, non ha potere investigativi, e inoltre si trova in una situazione delicata perché ha a che fare con i suoi superiori a cominciare dal sindaco".

Nella sua nota l’Anac voleva sapere in particolare se fra i curriculum arrivati per andare a ricoprire vari incarichi in Campidoglio, Marra avesse fatto una selezione, scremandone alcuni, in maniera discrezionale. "Io facevo da tramite tra l’amministrazione comunale e l’Anac - ha affermato la testimone dell’accusa - chiesi chiarimenti a sindaco e dipartimento personale e inviai una relazione. Sapevo che Raffaele Marra era fratello di Renato ma, a quanto appresi, la procedura di raccolta dei curricula e il loro invio alla sindaca per la scelta era stata formalmente corretta. Oggi però - ha concluso Turchi - dopo i rilievi dell’Anac, abbiamo introdotto misure correttive introducendo norme su conflitti di interesse in tutti gli atti dirigenziali, anche sul concetto di potenzialità".  

La prossima udienza è fissata per il 24 e verranno sentiti, sempre come testimoni, l'ex assessore al Commercio Adriano Meloni (dal momento che Marra andò a lavorare in una Direzione di sua competenza), il suo capo staff Leonardo Costanzo e il responsabile del personale del Campidoglio Antonio De Santis.

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