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Due neonate muoiono di pertosse

02 agosto 2018 | 12.28
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Due neonate di un mese sono morte di pertosse, a distanza di 30 giorni circa l'una dall'altra, all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A quanto si apprende da fonti regionali, le piccole, una di Seriate e l'altra di Treviglio, erano state trasferite solo in un secondo tempo nell'ospedale di Bergamo, centro di riferimento per l'Ecmo pediatrica (macchina cuore-polmoni), ma non ce l'hanno fatta. I due casi non sarebbero collegati. Entrambe le mamme non erano vaccinate contro la pertosse (COS'E').

Le piccole sono state trasportate nel presidio di Bergamo perché centro di riferimento regionale per Ecmo pediatrico. La prima, residente in provincia di Bergamo, è stata trasferita dall'ospedale di Alzano Lombardo il 16 giugno ed è morta il 23 giugno; la seconda, residente in provincia di Crema, era ricoverata all'ospedale di Treviglio, è giunta al Papa Giovanni il 27 luglio ed è deceduta il 30 luglio.

"Esprimo la mia vicinanza, e a nome del presidente Fontana quella dell'intera Giunta regionale, alle famiglie delle due neonate" ha detto Giulio Gallera, assessore al Welfare della regione Lombardia, precisando che "nella Bergamasca non è in atto alcun focolaio".

La notizia della morte delle due bambine è stata rilanciata sui social dall'immunologo e divulgatore scientifico Roberto Burioni, da anni schierato a favore dei vaccini. "Alcuni vaccini proteggono per sempre, altri forniscono un'immunità limitata nel tempo - scrive il virologo su Facebook -. Questo è il caso del vaccino contro la pertosse, dove addirittura la malattia stessa non fornisce una protezione permanente". "Fino agli anni 90 - spiega il virolgo - contro la pertosse abbiamo usato un vaccino estremamente efficace che era però gravato di alcuni effetti collaterali rari, ma non trascurabili. Dopo quel momento siamo passati ad un vaccino detto 'acellulare' che è sicurissimo, ma meno potente. Il vaccino acellulare (attualmente contenuto nell'esavalente) è efficace in quasi il 90% dei vaccinati, ma l'immunità tende a svanire con il tempo; quando questo accade si è comunque protetti dalla malattia in forma grave, ma si può ospitare il microrganismo nella propria gola ed essere una fonte di infezione per gli altri"

"A causa di questa minore efficacia del nuovo vaccino, e pure a causa delle mancate vaccinazioni, i casi di pertosse stanno aumentando - avverte Burioni -. Il guaio è notevole in quanto la pertosse è pericolosissima per i bambini molto piccoli; inoltre, siccome l'immunità contro questa infezione è sempre molto debole, le madri non riescono a trasmettere ai loro figli una quantità adeguata di anticorpi durante la gravidanza: alla nascita i neonati saranno quindi estremamente vulnerabili. Possiamo però proteggerli ugualmente: prima di tutto dobbiamo vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere; poi dobbiamo vaccinare i bambini tempestivamente e senza ritardi, in modo che quanto prima possano difendersi da soli da questa minaccia".

"Infine - sottolinea Burioni - è opportuno che i fratelli, i parenti, il padre si sottopongano ad un richiamo del vaccino, in modo da rendere impossibile che il batterio della pertosse, dopo averli infettati, arrivi nella gola del neonato. Insomma, dobbiamo creare una "zona di sicurezza" intorno al neonato dove il batterio non possa stabilirsi. Naturalmente questa zona di sicurezza è vanificata se il bimbo frequenta un asilo nido dove gli altri bimbi non sono vaccinati. Per questo è molto importante che tutti vengano vaccinati, in modo da non consentire la circolazione di questo pericoloso batterio".

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