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Razzismo: testimoni, Davide pestato a sangue e insultato per il colore della pelle

07 agosto 2018 | 15.02
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Davide Mangiapane, la vittima
Davide Mangiapane, la vittima

"Negro di merda, tornatene al tuo paese, clandestino". E ancora: "Fai schifo". E "Torna da dove sei venuto". Ecco alcuni degli insulti razzisti rivolti dagli aggressori al giovane ballerino italiano di colore, Davide Mangiapane, 23 anni, pestato a sangue la notte tra il 21 e il 22 luglio, scorso davanti a un pub di Lercara Friddi, piccolo centro del palermitano. Calci in faccia anche mentre il ragazzo era ormai a terra, privo di conoscenza. A raccontare quello che è accaduto in quei minuti interminabili sono alcuni testimoni ascoltati dai Carabinieri. Proprio grazie alle loro testimonianze i Carabinieri del Gruppo di Monreale, guidati dal tenente colonnello Luigi De Simone, sono riusciti ad arrestare all'alba di oggi un giovane, Giuseppe Cascino di 29 anni. Ad aiutarlo nel pestaggio anche un parente minorenne su cui indaga la Procura dei Minori di Palermo. Davide Mangiapane ha lasciato appena due giorni fa l'ospedale Civico dove è stato sottoposto a diversi interventi chirurgici per la frattura alle mandibole. Dalle testimonianze non emerge quanto raccontato da alcuni amici dell'arrestato, secondo cui Davide Mangiapane avrebbe importunato la ragazza dell'aggressore.

"Stavamo parlando tranquillamente quando, a un certo punto, si sono avvicinati dei ragazzi, tra cui quello che poi ha aggredito Davide - racconta una testimone, come riportato dal gip nella misura cautelare - Questo ragazzo, prima di aggredire Davide, di proposito gli ha fatto cadere il cappello che indossava. Davide gli ha chiesto di riprenderlo, e inizialmente ha ricevuto un rifiuti. Poi, Davide ha ribadito la richiesta e il ragazzo (Cascino ndr) all'improvviso gli è saltato addosso iniziando a dargli pugni in viso e in testa, senza alcun motivo".

Aggredita anche una testimone che ha raccontato tutto i Carabinieri

"Nel momento in cui è iniziata l'aggressione i due si sono spostati verso di me e sono stata colpita da un pugni sotto l'occhio ma non ho capito bene chi sia stati, perché è successo tutto in maniera troppo veloce. Nel modo in cui sono stata anche spinta, ho sbattuto su una autovettura con il braccio destro". "Per il pugno preso ò racconta la ragazza - sono rimasta qualche secondo stordita ma mi sono preoccupata per quello che stava succedendo. Appena mi sono rigirata, benché c'erano persone che cercavano di fermarlo, questo ragazzo ha continuato a colpire Davide con pugni sulla testa a ripetizione e una volta terra, svenuto, Davide ha ricevuto più di una pedata sul corpo. Questo ragazzo di cui non conosco il nome è stato allontanato una prima volta dalle persone che si erano avvicinate".

Ma poco dopo tempo, l'aggressore sarebbe ritornato, come racconta la testimone: "Mentre Davide era ancora a terra ha pronunciato frasi come 'Marocchino di merda, fai schifo", riferendosi al colore della sua pelle. Così è stato allontanato una seconda e una terza volta. Nel frattempo, i miei amici erano ritornati dal bar e quando mio cugino ha chiesto perché ero stata aggredita, uno di questo gruppetto lo ha aggredito. Visto il casino, alla fine, era impossibile distinguere in quanti erano. Alla fine, siamo stati aggrediti Davide, io perché mi trovavo nelle vicinanze e Giuseppe che aveva chiesto perché aveva aggredito Davide".

'L'aggressore veniva trattenuto a stento dagli altri ragazzi presenti'

Un altro testimone racconta: "La nostra attenzione è stata attirata dalle grida provenire dal piazzale sopra l'anfiteatro tra il Bar Bacio Ndero e la statua dedicata a Frank Sinatra. Abbiamo visto due ragazzi che buttavano a terra un terzo ragazzo na non capivamo chi fossero. Allora ci siamo subito diretti dove accadeva la cosa per capire cosa stesse succedendo. Arrivati lì abbiamo visto a terra Davide, un nostro conoscente. Mentre era a terra uno dei due ragazzi, che veniva trattenuto a stento dai presenti, gli gridava testualmente ''Negro, tornatene al tuo paese, clandestino". Davide Mangiapane è nato a Palermo nel 1995 ed è stato adottato da una coppia di San Giovanni Gemini (Agrigento) ad appena 40 giorni.

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