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Roma, fermati e rilasciati 16 migranti Diciotti

07 settembre 2018 | 13.32
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Sono stati rilasciati tutti e 16 i migranti che questa mattina erano stati prelevati dagli agenti della Digos nel presidio vicino alla stazione Tiburtina, a Roma, gestito dagli attivisti del Baobab. "Sono stati tutti rilasciati a dimostrazione che questa è stata un'operazione spot - dice all'Adnkronos Andrea Costa, uno degli attivisti di Baobab experience - del ministero dell'Interno, assolutamente inutile". "Erano e sono cittadini liberi. Noi continueremo ad adoperarci per la libertà di transito di tutti e tutte", ha continuato Costa.

Il ministro dell'Interno Salvini in mattinata, confermando che "i 16 sono della Diciotti" aveva detto: "Rifiutano l'aiuto e pretendono di circolare senza documenti e senza rendere conto di nulla. Così, abbiamo la conferma che la storia degli 'scheletrini che scappano dalla guerra' è una farsa. Mentre è pura fantasia l'ipotesi che io li abbia sequestrati: gli unici sequestrati sono gli italiani, vittime dell'immigrazione clandestina. Immigrazione che continueremo a combattere".

Dei 143 migranti sbarcati dalla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana, sono presenti al momento nelle diverse strutture in 60, secondo quanto riferiscono fonti del Viminale: 74 si sono "dileguati", 4 sono stati arrestati, 1 è stato ricoverato e 4 sono i minori dichiarati.

I volontari del Baobab avevano raccontato in un post su Facebook oggi l'arrivo della polizia: "Quattro blindati, un bus e sette macchine della Digos sono arrivate al nostro presidio. Agenti in tenuta antisommossa hanno caricato di forza 16 ragazzi sul bus mentre questi erano in fila per essere visitati dallo staff sanitario di 'Medici Senza Frontiere'''. ''Se una cosa abbiamo imparato in questi anni è che le persone migranti, costrette ad abbandonare la loro terra e il loro Paese, non chiedono aiuto ma chiedono rispetto. Riconoscerli come esseri umani e rispettarli dovrebbe essere un dovere di tutti noi. In tigrino, la lingua Eritrea 'Buon viaggio' si dice 'Selam Mengadì': è un augurio che abbiamo sentito migliaia di volte, esattamente vuol dire 'che sia un viaggio di pace'. È quello che auguriamo ai migranti e a tutte/i noi - conclude il post - perché sulla Diciotti c’eravamo tutti e il viaggio non è finito''.

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