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Palermo

Papa: "Non si può credere in Dio ed essere mafiosi"

15 settembre 2018 | 10.16
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"A voi mafiosi dico: cambiate fratelli e sorelle, smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi. Se non fate questo, la vostra vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte". E' il nuovo pressante appello di papa Francesco ai mafiosi affinché si convertano, lanciato dal Foro Italico di Palermo (VIDEO), nel viaggio siciliano sulle orme di don Pino Puglisi, il prete assassinato dalla mafia nel ‘93. Il passaggio viene accolto dall'applauso dei fedeli.

Bergoglio, celebrando la messa, nel corso dell'omelia si rivolge ancora una volta ai mafiosi: "Chi non fa nulla per contrastare l'ingiustizia non è un uomo e una donna giusti. Voi sapete che il sudario non ha tasche, non potreste portare niente con voi. Convertitevi al vero Dio, Gesù Cristo!".

"Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso - dice il Papa - non vive da cristiano perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere. Se la litania mafiosa è 'tu non sai chi sono io', quella cristiana è 'io ho bisogno di te'. Se la minaccia mafiosa è 'tu me la pagherai', la preghiera cristiana è 'Signore, aiutami ad amare".

In mattinata, da Piazza Armerina, aveva detto ai fedeli di "superare steccati e pregiudizi, rifuggire dalla tentazione mondana del quieto vivere". E, riferendosi a don Pino Puglisi, dedica un passaggio che viene accolto da un'ovazione della folla: "Cari fratelli e sorelle, sarebbe bello stare insieme ancora un po'! Sento il calore della vostra fede e le speranze che portate nel cuore ma sono atteso a Palermo, dove faremo memoria grata del sacerdote martire Pino Puglisi. Ho saputo che, venticinque anni fa, appena un mese prima della sua uccisione, egli trascorse alcuni giorni qui, a Piazza Armerina. Era venuto per incontrare i seminaristi, suoi alunni al Seminario maggiore di Palermo. Un passaggio profetico, io credo! Una consegna, non solo ai sacerdoti, ma a tutti i fedeli di questa diocesi: per amore di Gesù, servire i fratelli fino alla fine".

Nel pomeriggio, nella cattedrale di Palermo, il Papa ha lanciato un anatema contro una pratica mafiosa balzata spesso agli onori della cronaca: "Quando la Madonna si ferma e fa l'inchino davanti alla casa del capo mafia quello non va assolutamente". "Vorrei dire qualcosa sulla pietà popolare, molto diffusa in queste terre. È un tesoro che va apprezzato e custodito, perché ha in sé una forza evangelizzatrice, ma sempre il protagonista deve essere lo Spirito Santo. Vi chiedo perciò di vigilare attentamente, affinché la religiosità popolare non venga strumentalizzata dalla presenza mafiosa, - dice il Papa riscuotendo gli applausi del clero siciliano - perché allora, anziché essere mezzo di affettuosa adorazione, diventa veicolo di corrotta ostentazione".

"Lo abbiamo visto nei giornali quando la Madonna si ferma e fa l'inchino davanti alla casa del capo mafia: quello non va assolutamente. Sulla pietà popolare aiutate, state presenti, un vescovo italiano mi ha detto questo: la pietà popolare è il sistema immunitario della Chiesa quando la Chiesa incomincia a farsi troppo ideologica o troppo pelagiana, la pietà popolare la corregge".

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