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Lanciano

Arancia meccanica a Lanciano, presi 3 banditi in fuga

26 settembre 2018 | 10.40
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Tre fermi per la cruenta rapina - stile 'Arancia meccanica' - avvenuta a Lanciano nella villa di Carlo Martelli e Niva Bazzan. Secondo gli investigatori, i tre, tutti romeni, potrebbero costituire il braccio operativo della banda, mentre si sta stringendo il cerchio attorno a una quarta persona, un italiano di origine pugliese, che secondo gli inquirenti era al comando del gruppo. A imprimere la svolta alle indagini sarebbe stata la testimonianza di una delle vittime di precedenti colpi della banda.

I tre sono stati bloccati dai carabinieri che hanno speronato la vettura a bordo della quale stavano tentando la fuga per rifugiarsi, probabilmente, in Romania.

"Coniugi massacrati a Lanciano, in manette tre rumeni che stavano fuggendo con i soldi rubati. Grazie alle nostre Forze dell'Ordine, queste bestie devono marcire in galera! #tolleranzazero" ha scritto sui social il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

Nel corso della brutale rapina Carlo Martelli, chirurgo cardiovascolare in pensione, è stato massacrato di botte e alla moglie è stato tagliato il lobo dell'orecchio destro. Drammatica la testimonianza del medico. "A ogni domanda mi dava un cazzotto - ha detto in un'intervista al 'Tg1' - Poi ha tagliato l'orecchio di mia moglie e non ho capito più niente. Ero convinto che c'avrebbero ammazzato tutti e due". "Sono stato massacrato, poi sbattuto a terra e legato mani e piedi tipo incaprettatura - ha raccontato - Mia moglie è stata presa e portata via, l'hanno legata. Mi dicevano 'o ci dice dove sta la cassaforte o la tagliamo a pezzi'".

La coppia è stata ricoverata all'ospedale Renzetti di Lanciano. "È stato il più cattivo dei quattro a tagliarmi l’orecchio - ha raccontato Niva Bazzan al 'Corriere' - quello che parlava bene l’italiano, non ha avuto nessuna pietà, era molto arrabbiato, continuava a chiedere della cassaforte, diceva che loro sapevano tutto di noi. Vi uccido, vi uccido, continuava a dire. In mano aveva un coltello affilatissimo con la lama a mezzaluna e il manico di legno. Lo ricordo bene, purtroppo...". "Io non ci volevo credere, dentro di me pensavo: questo è un film e noi ci siamo dentro - ha detto la signora Bazzan - Qui va a finire che ci ammazzano. Più che rabbia, però, provavo dispiacere, sia per noi che per i quattro della banda, non riuscivo a spiegarmi perché tanta violenza inutile. Al momento del taglio però non mi sono accorta di niente, non ho provato dolore, soltanto dopo quando ho visto il sangue ho capito...".

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