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Giustizia

"Sono madre ma non per la legge", storia di Gloria

05 ottobre 2018 | 17.11
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Da più di un anno attende l'affidamento esclusivo delle figlie minorenni, ma i tempi della giustizia le impediscono di fare legalmente la madre. In realtà, non ha mai smesso di farla. La storia di Gloria, nome di fantasia, è fatta di un matrimonio doloroso alle spalle, di un lavoro perso per la crisi, di salti mortali per pagare le bollette e di aule di tribunale, dove il senso di giustizia sembra essersi smarrito tra tanta burocrazia e poco personale. Un racconto, raccolto dall'Adnkronos, che mostra la distanza tra la realtà quotidiana e la lentezza della macchina dello Stato.

Nel maggio 2017 la donna si rivolge allo studio legale Parenti a Roma e inoltra un ricorso per la cessazione degli effetti civili del matrimonio - celebrato nel 2007 e naufragato nel 2011 - e per chiedere l'affidamento esclusivo delle sue due bambine, revocando l'affidamento ai servizi sociali intervenuti per arginare i conflitti all’interno di una relazione talvolta burrascosa. Nell'udienza dell'ottobre 2017 il giudice del tribunale civile romano chiede ai servizi sociali un aggiornamento della condizione familiare in modo da poter procedere alla decisione, ma la richiesta non può essere soddisfatta: "per mancati contatti con le minori già dal 2015", spiega l'avvocato Luigi Parenti.

Una risposta che mostra un paradosso: è la madre a occuparsi di tutto, ma non risulta legalmente affidatarie delle sue figlie. Accompagna le bambine a scuola, firma l'autorizzazione per palestra e gite, si occupa del rinnovo dei documenti, "eppure sul piano giuridico non ha nessun diritto. Una discrepanza illogica palesemente contraria all'interesse delle minori. Peraltro, questa situazione - evidenzia il difensore - espone la mia cliente a gravi rischi sul piano giuridico, visto che volontariamente prende decisioni rilevanti per la vita delle figlie senza averne il diritto e, qualora qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, ne risponderebbe penalmente. In breve è costretta quotidianamente a scegliere tra il bene delle figlie e la possibilità di essere denunciata".

All'ultima udienza, nel maggio scorso, l'ex marito - protagonista in passato di alcuni episodi violenti nei confronti della donna e poco propenso al ruolo genitoriale - non si è neppure presentato. Un'assenza che, però, non ha evidentemente colpito il giudice che, di fronte alla dichiarazione dei servizi sociali e la totale assenza del padre, ha comunque scelto di lasciare invariata la situazione, imponendo a Gloria di restare in bilico tra la necessità di curare le figlie e la mancata possibilità giuridica di farlo.

Di qui l'ultimo tentativo del legale Parenti di aiutare Gloria a veder riconoscere in giudizio quello che quotidianamente fa per le figlie, con la formulazione dell'ennesima richiesta al giudice di pronunciarsi in via d'urgenza senza fissare ulteriori udienze. Da due mesi, e a 17 dall'iniziale richiesta, una madre attende ancora la risposta della legge.

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