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India: da Rushdie a Kapoor, intellettuali firmano contro Modi

11 aprile 2014 | 15.47
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Oltre una dozzina di artisti e accademici indiani ha scritto una lettera al quotidiano britannico Guardian per esprimere "acuta preoccupazione" di fronte alla prospettiva di una vittoria elettorale del partito nazionalista hindu Bharatiya Janata (Bjp) del controverso Narendra Modi.

Dallo scrittore Salman Rushdie allo scultore Anish Kapoor, passando per la regista Deepa Metha, l'economista Prabhat Patnaik, la storica dell'arte Geeta Kapur e l'artista Vivan Sundaran, tutti si dicono convinti che la scelta di Modi come primo ministro sarebbe "un cattivo auspicio per il futuro dell'India come Paese che abbraccia gli ideali di inclusione e protezione per tutti i suoi popoli e le sue comunità".

Nella campagna elettorale che lo vede favorito, Modi insiste molto sui propri successi economici come governatore del Gujarat. Ma i firmatari sottolineano i rischi della sua ideologia nazionalista e ricordano "il ruolo svolto dal governo Modi negli orribili eventi del Gujarat nel 2002". Allora, l'incendio di un treno carico di pellegrini hindu, che causò 59 vittime, fu attribuito ai musulmani, scatenando un massacro che costò oltre mille morti. Modi fu accusato di aver incoraggiato le violenze, ma non furono trovate prove sufficienti a suo carico. Fu invece condannato un suo collaboratore. Secondo i firmatari, Modi ha rifiutato "di accettare la sua responsabilità e di scusarsi". "Tale mancanza di carattere morale ed etica politica -aggiungono- è incompatibile con la secolare costituzione indiana, fondata su principi pluralisti".

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