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Usa: agente Nsa accusato di avere picchiato mortalmente suo figlio di 3 anni

19 febbraio 2014 | 19.39
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Un agente di alto livello dell'Nsa è stato accusato di avere picchiato mortalmente suo figlio di 3 anni, pochi mesi dopo averlo adottato. Brian Patrick O'Callaghan, 36enne di Damascus, nel Maryland, è stato accusato di omicidio di primo grado a abusi sui minori con conseguente morte del piccolo all'inizio del mese. Lo riferiscono i media locali, precisando che ieri, durante l'udienza ne è stata respinta la richiesta di rilascio su cauzione, mentre il suo avvocato sostiene che l'uomo sia innocente e che la morte del bambino sia una "tragedia terribile".

O'Callaghan e sua moglie, Jennifer, aveva adottato il piccolo dalla Corea del Sud a ottobre. La polizia, proseguono i media locali, ha detto che il bambino è morto il 3 febbraio e l'autopsia ha rivelato che ha subito una frattura alla base del cranio, contusioni alla fronte e altre ferite. "Un crimine assolutamente orribile su una giovane vittima assolutamente innocente", ha detto il procuratore Donna Fenton. "In pratica - ha aggiunto - questo bambino è stato picchiato a morte dalla testa ai piedi".

O'Callaghan, ex marine che ha prestato servizio in Iraq e Kosovo, lavora per la National Security Agency e ha, insieme a sua moglie, anche un figlio di 7 anni. Il 2 febbraio, gli inquirenti sono stati chiamati al Children's National Medical Center dove la polizia ha riferito che le ferite del bambino, morto il giorno seguente, indicavano che fosse stato picchiato. O'Callaghan, riferiscono gli investigatori, ha raccontato che si stava occupando del figlio mentre sua moglie era fuori città quando il piccolo è caduto di schiena mentre era sotto la doccia. L'uomo ha poi aggiunto che il giorno successivo ha fatto sdraiare il bambino per farlo riposare, ma quando è tornato a controllarlo, ha detto, il bambino si è sentito male e l'ha portato subito in ospedale.

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