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A inizio maggio già 35 reporter uccisi nel mondo

25 maggio 2014 | 11.35
LETTURA: 3 minuti

Nel 2014, fino a inizio maggio, nel mondo sono stati 35 i giornalisti uccisi. Mentre le statistiche del 2013 parlano di 71 reporter morti, 826 arrestati, 2160 minacciati o attaccati fisicamente, 87 rapiti, 77 costretti a lasciare il proprio Paese, 39 netizen (chi frequenta le comunità on line) e citizen-journalist (cittadini che informano) uccisi, 127 blogger e netizen arrestati. Sono i dati aggiornati al 3 maggio della ong americana Freedom House.

Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti i cinque Paesi più mortali per gli operatori dei media sono: Siria, Iraq, Egitto, Pakistan e Somalia. L'India è al sesto posto.

Negli ultimi dieci anni c'è stato un declino del diritto ad informare in molti Paesi del Medio Oriente, tra cui spiccano Egitto, Libia e Giordania. Un grosso passo indietro l'ha fatto anche la Turchia che è stata declassata da Freedom House nel 2014 da ''parzialmente libera'' a ''non libera''. Ankara è diventata cosi il solo Paese dell'area euro-occidentale a entrare nella categoria ''viola'' dei paesi non liberì, come Cina, Venezuela, Arabia Saudita, Iran o Libia. Nel rapporto 2014 la Turchia si piazza 134mo posto - su 197 paesi - acanto a Libia e Sud Sudan. L'Italia è 64ma. Il primo posto è occupato da Svezia, Norvegia e Olanda, l'ultimo dalla Corea del Nord.

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