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Caso Nsa: 90% intercettazioni erano di gente comune, non sospetti terroristi

06 luglio 2014 | 16.50
LETTURA: 2 minuti

Washington, 6 lug. - (Adnkronos/Washington Pos) - La stragrande maggioranza, il 90%, delle comunicazioni online intercettate dalla Nsa erano di comuni cittadini, americani e non, e non di sospetti terroristi. E' quanto riporta oggi al Washington Post che ha condotto un'inchiesta di mesi su 160mila mail e sms intercettati dalla Nsa e 7900 documenti sottratti a 11mila account online.

Il materiale, ancora una volta fornito da Edward Snowden, la talpa che un anno fa ha svelato al mondo i programmi segreti di controllo dell'intelligence americana, si riferisce al periodo tra il 2009 e il 2012, quindi durante il primo mandato di Barack Obama, un periodo in cui si è registrato un enorme aumento dell'attività della raccolta di dati interni da parte della Nsa. Sono stati quindi innocenti comuni cittadini, conclude il Post, "a rimanere presi nella rete che la Nsa aveva piazzato per qualcun altro". E gran parte delle informazioni raccolte da questo monumentale lavoro sono di nessun valore di intelligence.

Nove su dieci degli account presi di mira dagli 'spioni' telematici della Nsa infatti non erano obiettivi diretti della sorveglianza, e l'attività di intelligence si è trasformata in voyeurismo, con la raccolta di "storie di cuori infranti, relazioni sessuali illecite, crisi psichiatriche, preoccupazioni finanziarie e speranze deluse". Insomma il Grande Fratello, anzi il Grande Orecchio, della Nsa ha spiato la vita più intima di moltissimi americani. (segue)

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