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Ue, battaglia sulle nomine: verso un rinvio ad agosto. Renzi: ''Italia chiede rispetto''

16 luglio 2014 | 15.11
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A Bruxelles l'atteso summit europeo. Merkel: ''Dubito che si riesca a chiudere''. L'Italia punta su Mogherini come 'Lady Pesc'. I socialisti europei in campo con Roma. Ma si levano dubbi dal Ppe: ''Serve più esperienza''. E spunta l'ipotesi Enrico Letta al Consiglio. Varsavia: ''Nessun veto su Mogherini''. Gozi: "Su Mogherini andiamo avanti"

Ue, battaglia sulle nomine: verso un rinvio ad agosto. Renzi: ''Italia chiede rispetto''

''L'Italia chiede solo rispetto. Non si tratta di una posizione o di un'altra, ma chiediamo il rispetto che spetta a tutti i Paesi, in particolare a un Paese fondatore come il nostro". Al termine di una giornata di battaglia sulle nomine, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, entra al vertice straordinario dei capi di Stato e di governo della Ue senza che si sia raggiunto un accordo sull'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, che l'Italia vuole per Federica Mogherini.

VERSO UN RINVIO - Anzi, secondo quanto si apprende da fonti europee, si andrebbe verso un rinvio ad agosto della partita sulle nomine. Il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, secondo indiscrezioni, avrebbe informato il premier italiano Matteo Renzi della estrema difficoltà di comporre un pacchetto complessivo al vertice straordinario e della necessità di convocare un nuovo vertice nelle prossime settimane.

LETTA AL CONSIGLIO - Nessun cenno, invece, a nomi o ipotesi di nomine. Il riferimento è all'ipotesi di Enrico Letta alla guida del Consiglio. Da ambienti del Ppe, infatti, era filtrata l'indiscrezione che Van Rompuy stesse sondando la disponibilità del governo italiano ad accettare la candidatura di Enrico Letta alla presidenza del Consiglio europeo. Nessuna conferma arriva dal portavoce di Van Rompuy. ''Non ero agli incontri e non posso confermare, ma mi stupirebbe''.

TRATTATIVE - Per tutta la giornata, Renzi ha avuto contatti e colloqui per sostenere la candidatura del capo della Farnesina, al punto da disertare anche il prevertice del Socialisti europei. Ma sul nome della Mogherini sembra esserci una contrarietà di alcuni paesi, dieci/undici secondo le voci che si rincorrono, per lo più dell'Europa orientale. In più è arrivata anche la doccia fredda da parte del consigliere di Angela Merkel. "Abbiamo bisogno di qualcuno con più competenze in politica estera", ha detto Elmar Brok, presidente della Commissione Affari esteri al Parlamento europeo, entrando al vertice del Ppe. Brok fa altri nomi: la francese Elisabette Guigou, la bulgara Kristalina Georgieva e il polacco Radoslaw Sikorski.

MERKEL - La partita sembra difficile al punto che l'ipotesi del rinvio si fa strada già prima dell'apertura del vertice. "Dubito che possiamo decidere oggi sul pacchetto completo di nomine ai vertici Ue", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, tra i primi leader Ue ad arrivare al vertice. "Può essere che ci sia solo una discussione iniziale e che le decisioni non siano prese oggi". Dubbi anche da parte del premier spagnolo Mariano Rajoy. ''La cosa più urgente - ha sottolineato - è la nomina dell'Alto rappresentante, è difficile, siamo 28 e l'unanimità non è sempre facile".

ALFANO A PPE - "Non accetteremo un veto all'Italia" per l'Alto rappresentante Ue per gli affari esteri, "uno stop sarebbe inaccettabile", ha replicato il ministro dell'Interno Angelino Alfano, entrando al vertice del Ppe a Bruxelles.

PSE - Nessun problema sul fronte del Pse che, al termine del vertice, ha ufficializzato la sua posizione. Due le richieste: la presidenza del Consiglio Ue, dove candida la premier danese Helle Thorning Schmidt, e l'Alto rappresentante per la politica estera, incarico che chiede per Federica Mogherini. D'altronde il presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, prima di entrare alla riunione, aveva detto chiaramente che la Mogherini ha "un ottimo profilo" per diventare 'lady Pesc'. Dicendosi anche ''molto stupito dalle critiche" secondo le quali "sarebbe troppo giovane. Io -ha continuato Schulz- la conosco da anni e ha una buona esperienza sui dossier degli esteri". Inoltre, secondo il presidente del Parlamento europeo, è il ministro degli Esteri "di un grande Paese industrializzato" e potrebbe quindi aspirare alla carica di Alto rappresentante Ue.

VARSAVIA - Varsavia, però, sembra prendere le distanze dal fronte anti-Mogherini. Da parte della Polonia nessun partito preso contro la candidatura del ministro degli Esteri italiano all'incarico di Alto Rappresentante Ue: Varsavia è anzi aperta a soluzioni di compromesso che vadano nell'interesse dell'Unione, assicura, parlando con l'Adnkronos, l'ambasciatore polacco a Roma, Wojciech Ponikiewski.

L'ambasciatore sottolinea al tempo stesso come la Polonia sostenga da sempre la necessità di vedere i paesi dell'Europa centro-orientale rappresentati ai più alti incarichi Ue e ricordando che comunque esiste anche una candidatura polacca per quello stesso incarico, quella del ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski. "Per noi - spiega il diplomatico guardando alla prossima partita di nomine - è una situazione abbastanza chiara, nel senso che speriamo che non si risolva solo il problema della nomina ad Alto Rappresentante ma anche quella a presidente del Consiglio perché crediamo che ci sia tutto il pacchetto da risolvere. E in questo pacchetto - aggiunge - la configurazione che si presenta e' abbastanza complessa: ad essere coinvolti sono infatti gruppi politici, regioni, nazionalità, questioni di genere...insomma tutto conta, e il quadro e' abbastanza complicato".

WSJ - Sposa i dubbi sulla candidatura Mogherini, il Wall Street Journal. "Sarebbe facile liquidare questi timori come paranoia baltica se non fosse per il fatto che Mogherini si è recata in Russia poco dopo che l'Italia ha assunto la presidenza di turno dell'Unione questo mese", scrive il quotidiano, alludendo a timori relativi alla posizione di Roma nei confronti di Mosca.Il Wall Street Journal ricorda poi nel suo articolo come Mogherini abbia recentemente espresso il suo amore per i viaggi, un segnale di chiara "apertura", una qualità importante per un diplomatico. "Ma la politica estera europea oggi oltre all'apertura richiede una ferma leadership", chiosa il giornale.

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