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Il gelo Washington-Mosca 'arriva' nello spazio: il Pentagono non vuole più motori russi per il lancio dei satelliti

17 luglio 2014 | 17.48
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Il peggioramento dei rapporti fra Russia e Usa dopo la crisi ucraina si fa sentire anche sul fronte dei razzi usati nella messa in orbita. E' quanto ha dichiarato il generale Shelton in un documento in vista di un'audizione al Senato

 (foto Infophoto)
(foto Infophoto)

Il Pentagono non vuole più servirsi di motori russi per i razzi usati nella messa in orbita dei propri satelliti, ora che la crisi ucraina ha portato a un peggioramento dei rapporti fra Mosca e Washington. E' quanto ha dichiarato il generale William Shelton, capo del comando aerospaziale dell'aeronautica, in un documento in vista di un'audizione oggi al Senato americano.

I motori russi Rd-180 sono in funzione sui missili Atlas V, realizzati da United Launch Aliance, una joint venture fra i due principali contractor americani del governo di Washington, Lockheed Martin e Boeing. Gli Stati Uniti hanno scelto questi motori dopo il crollo dell'Urss nel 1990 a causa del basso costo e la buona qualità, ma anche per evitare fossero acquistati da paesi nemici. Il gelo calato fra Mosca e Washington suggerisce ora di cambiare strategia. Tanto più che a maggio il vice primo ministro russo Dimitri Rogozin ha annunciato la futura cessazione dell'esportazione negli Stati Uniti di motori a uso militare.

Sostituire i motori Rd-180 non sarà però semplice. Secondo le stime dell'amministrazione Obama lo sforzo costerà almeno 4,5 miliardi di dollari e durerà otto anni. I motori russi servono anche per i razzi della Nasa, di alcune agenzie di intelligence e l'agenzia federale per la meteorologia.

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