La Commissione europea e il Servizio di azione esterna della Ue stanno ultimando la preparazione delle proposte di sanzioni contro la Russia dopo l'abbattimento dell'aereo malese nell'Ucraina orientale. Domani sul tavolo del Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti dei 28 Stati membri, ci saranno l'estensione della lista delle persone fisiche e delle società da sanzionare e la proposta di colpire alcuni settori economici russi. Nel mirino della Ue ci sono settori strategici come la difesa, le tecnologie 'dual use', a uso sia militare che civile, l'energia e l'accesso ai mercati finanziari.
E sempre domani si deciderà se per entrare in vigore le nuove sanzioni avranno bisogno del via libera dei capi di Stato e di governo o dei ministri degli Esteri. Ma le sanzioni sull'economia russa dividono gli Stati europei, molti dei quali sperano di vedere da Mosca una serie di atti distensivi e una cooperazione ad ampio raggio. Il timore è che le misure restrittive abbiano effetti negativi anche sulle economie europee.
Fra i sostenitori della linea dura ci sono la Lituania e gli altri Stati baltici, che vorrebbero subito la fase 3 delle sanzioni, la Svezia, la Gran Bretagna e la Polonia. Anche l'Olanda, che nel disastro aereo della Malaysia Airlines ha perso 193 concittadini, è a favore dell'applicazione di misure severe. Fra i Paesi più prudenti si contano la Francia, che vedrebbe sfumare la commessa militare per la consegna delle navi Mistral alla Russia, la Germania, l'Italia, la Grecia, la Spagna e Cipro.
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