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Usa, il 'miracolo' del Nord Dakota mette in difficoltà Obama sui salari minimi

27 luglio 2014 | 13.59
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La chiave del grande boom, in controtendenza con quanto sta avvenendo in molti altri Stati Usa, si chiama gas di scisto. Nel 2006 questo era tra i 5 stati più poveri degli Stati Uniti. Ora ci sono troppe posizioni da occupare per i disoccupati in cerca di lavoro

Usa, il 'miracolo' del Nord Dakota mette in difficoltà Obama sui salari minimi

Un provvedimento federale per aumentare i salari minimi anche nel settore privato, a 10 dollari l'ora, come quello a lungo sollecitato dalla Casa Bianca, servirebbe ben poco ai cittadini del Nord Dakota: in questo Stato, fino a sei anni fa tra i più poveri d'America, già da qualche mese il salario minimo d'ingresso per un lavoratore di base ha sorprendentemente sfondato la soglia dei 14 dollari l'ora, quasi il doppio del salario minimo vigente a livello federale. Come è possibile? La chiave del grande boom, in controtendenza con quanto sta avvenendo in molti altri Stati Usa, si chiama gas di scisto.

"Shale gas in quantità' oceaniche", precisa l'American Enterprise Institute, che ha fatto del Nord Dakota lo 'Stato del Miracolo Economico'. Secondo dati recenti del Bureau of Economic Analysis, l'Istat americana, nel 2013 il Nord Dakota, per reddito pro-capite, è schizzato con oltre 57mila dollari al secondo posto negli Usa, dopo il Connecticut dove il reddito pro-capite medio supera i 60mila dollari.

Nel 2006 - ricorda il Bea - il Nord Dakota era tra i cinque stati più poveri degli Usa, con un reddito pro-capite dei suoi residenti del 14% inferiore alla media nazionale (44.500 dollari). Nel 2013, l'ex Stato fanalino di coda Usa ha superato pesi massimi come il Massachusetts, New York, il Maryland e il New Jersey. E con il gas qui è esploso anche l'immobiliare (i permessi per costruire, da gennaio in poi, hanno raggiunto numeri record) e il mercato del lavoro tanto che oggi si assiste a una singolare situazione: troppe posizioni da occupare per disoccupati in cerca di lavoro.

In gennaio, paradossalmente, c'erano in Nord Dakota 20.800 annunci di lavori sui siti online specializzati ma i disoccupati erano solo 10,530, la metà. Secondo gli uffici statistici federali, la situazione in Usa - sempre considerando gli annunci online - è esattamente agli antipodi: quasi 11 milioni di lavoratori in cerca di un'occupazione per neppure 5 milioni di posizioni scoperte. A livello nazionale poi è questo lo stato che ha saputo creare più posti di lavoro: la disoccupazione su base annua resta al 3,2% contro un tasso nazionale che in media arriva quasi all'8%.

"La fenomenale crescita economica di questo Stato - scrive ancora l'American Enterprise Institute - è il frutto di un solo fattore: quantità straordinarie di shale nell'ovest del Paese, rese recentemente accessibili grazie a tecnologie di perforazione rivoluzionarie e tutto fa pensare che questo boom durerà per decenni".

A Williston, città fino a ieri sconosciuta del Nord Dakota, Delta Airlines ora offre ben quattro voli al giorno non-stop verso Minneapolis. Secondo gli ultimi rapporti del censo americano Williston è infatti la prima micro-area americana (con popolazione tra i 10mila e i 50mila abitanti) per crescita. In un solo anno i suoi abitanti sono aumentati del 10,7%.

A utilizzare i numeri del "miracolo" per mettere in difficoltà Obama e i democratici sono tuttavia i Repubblicani secondo cui sullo shale gas i media e Hollywood finora hanno fatto solo disinformazione. "La realtà - sostiene Heritage Foundation, il noto think tank reaganiano - è che la frantumazione idraulica, attuata in modo responsabile, sta regalando la vita a molte economie locali". Questa realtà, sostengono i Repubblicani, non viene ancora presa in dovuta considerazione dal governo federale: con 12 milioni di disoccupati in tutti gli Usa ed enormi riserve di gas naturale che dureranno per almeno un altro secolo il governo, a loro detta, Washington dovrebbe liberalizzare le licenze e dare l'ok alle esportazioni in nome dell'interesse pubblico.

La battaglia della Casa Bianca su lavoro e salari minimi, alla luce del miracolo del Nord Dakota, agli occhi repubblicani è quanto mai di retroguardia. Uno studio effettuato dal Dipartimento Usa per l'Energia ha concluso che le ricadute dell'export di gas (se le limitazioni vigenti fossero rimosse, ndr) sarebbero assolutamente positive per l'economia: le esportazioni di gas, da sole, farebbero aumentare le entrate complessive da export dagli attuali 10mila miliardi di dollari a 30mila miliardi. La rivoluzione energetica, insomma, sarebbe la vera chiave di un nuovo boom americano. Guidato dal mercato e non imposto - insiste il Grand Old Party - da Washington.

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