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Gaza, alcune unità israeliane si ritirano. Netanyahu: "L'operazione va avanti"

02 agosto 2014 | 09.02
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In giornata ancora raid. Lo Stato ebraico: "Non andremo al Cairo per i negoziati, la missione continua fino a quando non sarà stato raggiunto l'obiettivo della distruzione di tutti i tunnel". Dato il via libera al rientro dei palestinesi nella parte nord dell'area. Militare scomparso, Hamas: "Non ne sappiamo nulla, potrebbe essere rimasto ucciso". Salta la tregua, scambi di accuse tra le due parti

(Xinhua)
(Xinhua)

Alcune unità dell'esercito israeliano si sono ritirate di qualche centinaio di metri dalla Striscia di Gaza e hanno cominciato a ridispiegarsi all'interno dei confini dello Stato ebraico. E' quanto si legge sul sito del quotidiano Haaretz, secondo cui i militari rimasti all'interno della Striscia stanno proseguendo l'opera di distruzione dei tunnel costruiti da Hamas per infiltrare uomini e armi.

L'operazione "Confine protettivo" a Gaza "continua", ha comunque specificato il premier israeliano Benyamin Netanyahu al termine del 26mo giorno di operazioni.

"Uno degli obiettivi dell'operazione - ha ricordato - è di riportare la pace a sud per lungo tempo". Il premier ha poi spiegato che, una volta che "i tunnel saranno stati distrutti, Israele valuterà ulteriori azioni in base alle nostre necessità di sicurezza e solo in base a queste".

No ai negoziati al Cairo - Poco prima Israele aveva ribadito il suo 'no' ai negoziati su una tregua a Gaza, chiarendo che la missione sarebbe continuata fino a quando non sarà stato raggiunto l'obiettivo della distruzione di tutti i tunnel di Hamas. Solo allora, quando ha detto una fonte israeliana, decideremo "unilateralmente" sul ritiro delle nostre forze

Israele non parteciperà ai colloqui al Cairo sul cessate il fuoco, perché "non ha senso" cercare un accordo con Hamas, ha detto un funzionario dello Stato ebraico al quotidiano "Haaretz", spiegando che l'offensiva si concluderà una volta che "sarà stata ristabilita la deterrenza, se vedremo che la deterrenza è stata raggiunta lasceremo la Striscia sulla base del principio 'calma in cambio di calma', altrimenti continueremo l'operazione a Gaza, o ce ne andremo e proseguiremo i raid aerei".

"Non ci sono più comunicazioni in corso sul cessate il fuoco - ha confermato un'altra fonte israeliana al sito di Ynet - per ora non ci sono discussioni sull'invio di una delegazione al Cairo". Al momento, ha ribadito, la posizione è quella di continuare l'operazione a Gaza, "finiremo la nostra missione sui tunnel e poi decideremo quando ritirare le nostre forze".

Gli incontri al Cairo - "Hamas va al Cairo in una posizione di forza". Lo ha affermato un portavoce del movimento di resistenza islamico palestinese, Mushir al-Masri, citato dal sito israeliano di notizie Ynet in riferimento all'invito egiziano a israeliani e palestinesi a colloqui per arrivare al cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. "E' Israele che sta ora tentando di cambiare l'equazione e di negoziare pur continuando a sparare", ha detto al-Masri, citato dal sito web.

Raid senza sosta - Continuano le operazioni israeliane contro la Striscia di Gaza, dove almeno altri sette palestinesi sono rimasti uccisi, come denunciato da fonti mediche e testimoni citati dall'agenzia di stampa Xinhua. Tra le sette vittime ci sono tre bambini. Solo sabato - secondo il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qedra - il bilancio è di almeno 56 morti e oltre 400 feriti.

Il portavoce ha riferito che quattro palestinesi, compresi i tre bambini, sono morti a seguito di un raid aereo israeliano che ha colpito una casa nel campo rifugiati di Nuseirat, nel centro della Striscia. Altri tre palestinesi, ha aggiunto al-Qedra, sono rimasti uccisi e dieci feriti in un altro raid israeliano che ha colpito una casa a Rafah, nel sud della Striscia.

Secondo testimoni citati dalla Xinhua nelle zone orientali, sudorientali e settentrionali della Striscia di Gaza, decine di carri armati, mezzi blindati e per il trasporto truppe si sono intanto ritirati verso le zone di confine tra l'enclave palestinese e Israele. Stando al Times of Israel i militari israeliani avrebbero dato il via libera al rientro dei palestinesi di Beit Lahiya e al-Atatara nelle loro case nella parte nord della Striscia.

L'annuncio coincide, scrive il Times of Israel, con il ritiro delle forze di difesa dall'area. Stando all'ultimo bilancio fornito da fonti mediche di Gaza, almeno 1.664 palestinesi sono rimasti uccisi e 8.920 feriti dall'avvio l'8 luglio scorso delle operazioni israeliane.

Il soldato israeliano rapito - Il braccio armato di Hamas nella Striscia di Gaza ha dichiarato di non avere indicazioni sul soldato israeliano che il gruppo è accusato di aver rapito venerdì, e che - ha aggiunto - potrebbe essere rimasto ucciso. In una dichiarazione il gruppo afferma di non essere in contatto con i militanti che stavano operando in quell'area, nella parte meridionale della Striscia di Gaza dove è stato dato per disperso il 23enne sottotenente Hadar Goldin.

"Abbiamo perso i contatti con i militanti che hanno preso parte all'imboscata e riteniamo siano stati tutti uccisi nei bombardamenti. Supponendo che siano riusciti a catturare il militare in combattimento, riteniamo che sia stato a sua volta ucciso".

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha deciso - dopo il rapimento di un militare - di non negoziare con Hamas per il tramite dei mediatori egiziani, su un'altra tregua e di non inviare una delegazione al Cairo. Lo afferma l'emittente Channel 2 citata da Times of Israel.

La promessa di Netanyahu - "Capisco la famiglia Goldin. Israele farà di tutto per riportare a casa il loro figlio". Lo ha assicurato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, nel corso di una conferenza stampa seguita a quella della famiglia del soldato disperso, che ha rivolto un appello a "non lasciare Gaza" finchè Hadar Goldin non sarà tornato a casa.

La denuncia dell'Unicef - Almeno 296 bambini e ragazzini sono rimasti uccisi e 2.502 feriti nella Striscia di Gaza dall'8 luglio scorso, giorno dell'avvio delle operazioni militari israeliane. Lo denuncia l'Unicef. Tra le vittime delle ostilità, si legge sull'account Twitter @UNICEFpalestine, anche un neonato di un mese.

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